Unicredit, nel cda confermati Padoan e Orcel

By Marcello Astorri

Se squadra che vince non si cambia, Unicredit si è mantenuta fedele al vecchio adagio almeno per le poltrone di vertice. Ieri il board della banca di Piazza Gae Aulenti ha approvato la propria lista di candidati confermando l’attuale amministratore delegato, Andrea Orcel, e il presidente dell’istituto, Pier Carlo Padoan. La lista, costituita da 12 candidati, contiene tuttavia ben sei nomi nuovi e non l’attuale vice presidente Lamberto Andreotti che, riferiscono fonti di Unicredit, si sarebbe reso indisponibile a un nuovo mandato. Anche se, nei giorni scorsi, il suo nome era finito nel mirino delle fondazioni per la stesura della lista del cda come presidente del comitato nomine. In particolare, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fabrizio Palenzona, avrebbe voluto una maggiore condivisione dei nomi. Posizioni rimarcate anche ieri, con una nota: «Pur ribadendo le riserve espresse con riguardo al processo di formazione della lista del consiglio, in quanto realizzata senza un sounding strutturato degli azionisti e stakeholder, intende esprimere il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dal board uscente».

Mentre il presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco, sempre ieri ha precisato di avere mandato «solo una nota, una brevissima lettera, con l’auspicio che la gestionè di UniCredit rimanesse nelle mani dell’ad Andrea Orcel e del presidente Pier Carlo Padoan».
I nomi nuovi, come si accennava, sono sei: Paola Bergamaschi Broyd, Marcus Chromik, António Domingues, Paola Camagni, Julie Galbo, Gabriele Villa. In particolare, Camagni, Galbo e Villa faranno parte del Comitato per il controllo sulla gestione e sostituiranno i sindaci, che in seguito al passaggio al sistema monistico non sono più consulenti esterni ma amministratori. La rosa di nomi è completata dai consiglieri confermati: oltre ai già citati Orcel e Padoan, sono stati ricandidati Elena Carletti, Jeffrey Alan Hedberg, Beatriz Lara Bartolomé e Maria Pierdicchi. Il consiglio d’amministrazione, sempre in seguito al passaggio al sistema monistico, allargherà il numero delle poltrone dalle attuali 12 fino a 15 elementi. La lista degli amministratori propone quindi 12 elementi, mentre da Statuto sono previsti altri 3 amministratori che saranno tratti dalla lista di minoranza che otterà il maggior numero di voti, uno dei quali ricoprirà la carica di presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione (che avrà 4 membri).

I candidati, fa sapere l’istituto, sono stati selezionati nel rispetto delle best practice internazionali, della legislazione in materia e delle linee guida della Banca Centrale Europea. La composizione internazionale del consiglio è stata rafforzata con l’inserimento di persone di nazionalità diverse, oltre a un perfetto equilibrio di genere con il 50% dei membri di sesso femminile. Tutti gli amministratori non esecutivi della lista sono poi indipendenti (ovvero il 92%). Ciò, rimarca infine l’istituto, garantisce una composizione ideale dei comitati consiliari.

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