Prudente: “Antonio Scurati come la canzone: we are the world, il premio strega è suo. La lagna è servita”

By Giuseppe Prudente

Et Voilà, il mondo della letteratura italiana ha il suo “We Are The World”, anche se non c’è un Bruce Springsteen che ti fa volare alto la canzone. A conferma che il testo è modesto, monocorde, un volantino politico e niente affatto poetico dove l’autore pesca nel torbido, la tragica storia del ‘900, per evocare i soliti fantasmi fascisti. “Du palle”

Certamente un errore non mandare in onda questo breve ma pur sempre pippone concepito dalla fervida mente di Antonio Scurati; il diniego o l’incidente di percorso in Rai è servito da ennesima cassa di risonanza per una classe intellettuale alla canna del gas, e senza idee. Ripetitiva. Nessuno però considera le continue offese rivolte da questi scrittori a chi vota destra, si sente conservatore senza mai essere stato fascista, termine che non ha bisogno di abiura in quanto lontano nel tempo ed estraneo alla formazione culturale di chi è nato nel dopoguerra, non corrispondendo a una matrice ideologica o culturale a differenza del comunismo che non è affatto finito, i cui simboli vengono ancora utilizzati e nessuno a sinistra ne ha mai preso davvero le distanze.

Ieri una domenica di passione in cui la peggior generazione editoriale italiana si è levata a difesa di Antonio Scurati, anche se molti di loro in segreto non ne sopportano la prosopopea e la boria sulla scia di Saviano. Gli organizzatori del Premio Strega si dichiarano al suo fianco, condividendo il video pubblicato sulla rivista online “Lucy. Sulla cultura”, ideata da Nicola Lagioia, dove ogni scrittore legge una riga del suddetto monologo con un risultato non esattamente spettacolare.

Non li ho contati, dicono siano 53, in gruppone è sempre meglio. Non è mancato neppure lo spettacolo live a Bergamo, i candidati finalisti dello Strega si sono esibiti in piazza della Libertà, e da Napoli per il Premio Pimentel Fonseca annunciano un’altra lettura pubblica degli “Imbavagliati”, dei perseguitati politici cui è stato tolto il diritto di parola, della cultura, censurati dai post fascisti che ormai controllano tutto, anche le loro vite di cittadini non più liberi, minacciati da un nuovo pericolosissimo regime per cui Scurati, che non ha il senso del ridicolo, ha dichiarato di aver paura quando esce di casa. Francamente non so come si possa dargli retta. Per decenni la loro è stata l’unica e sola voce, hanno occupato qualsiasi ruolo di potere editoria, televisione, università, scuola inscalfibile e indiscutibile.

Tantomeno ora questo ruolo viene messo in discussione, basti ripercorrere i programmi dei festival letterari o le pagine culturali dei quotidiani e davvero nulla è cambiato. Autori di libri pessimi, di cui non resta traccia nel giro di pochi mesi (vorrei proprio chiedere ai militanti di sinistra cosa hanno letto di Ciabatti, Bazzi, Geda, Pacifico, Cardidi, Oliva, Tobagi, giusto per citarne alcuni, vorrei verificare quanto siano davvero conosciuti e presi a modelli dagli appassionati di letteratura italiana), hanno tutti colto la palla al balzo per trasformarsi, da romanzieri e autori di racconti, ad attivisti e comizianti. Perché non si candidano allora, non si impegnano in una politica di opposizione? Semplice, non li conosce nessuno, flop garantito. Gente che non si sporca le mani, da sempre, imbevuta di ideologia, incapace di interpretare la realtà e tesa a restituire unicamente la propria versione dei fatti. Meglio trarne un po di soldi, dai libri, s’intende……

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