Tricarico: “Il gip di Santa Maria Capua Vetere archivia la querela per diffamazione di O. E. I contro Gaetano Daniele. È la seconda”

By Giuseppe Tricarico

Le frasi proferite dall’indagato, sul Sito che dirige (ith24.it), si connotano per il loro inserimento in un contesto di repliche continue, e vicendevoli attacchi proferiti dalla donna, nei confronti del Direttore di ith24.it”. Più o meno questo il senso delle parole del GIP. La donna, forte del consenso familiare, fa ricorso, e perde. Questa è la seconda querela per diffamazione che viene archiviata.

Nel Merito

Uno scontro duro, a tratti dai toni corrosivi, ma nessuna diffamazione. È in sintesi la motivazione con cui il giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere, ha archiviato la querela per diffamazione nei confronti di Gaetano Daniele, presentata da una ragazzina O. E. I, delle pendici del Vesuvio. Il botta e risposta, è una storia che va avanti da almeno tre anni. Per alcuni episodi – 2017 e 2020– la querela è risultata tardiva e quindi non si poteva procedere per tutti gli altri: In primo luogo, bisogna fare chiarezza, e far notare che le prove, tutte, senza ombre, non furono depositate dall’indagato, perché, potrebbe apparire inverosimile, ma non lo è, riteneva opportuno depositarle in sede dibattimentale, qualora si fosse aperto il procedimento. E, non era nelle intenzioni del Direttore arrivare a tanto. “È un peccato che il procedimento non si sia aperto, era l’unico modo per smascherare, anche se da indagato, il gioco sporco di questa famiglia, che campa a sbafo e di espedienti. Un po come il lestofante che si butta sotto l’auto del primo malcapitato per beneficiare del compenso assicurativo. Ma va bene cosi”. Questa la prima riflessione di Gaetano Daniele.

Esse, le accuse, da parte del Daniele, non possono trovare contraddittorio. Ed erano tutte al rispetto del limite della continenza. Come riportato in un altro procedimento penale, sempre denunciato dalla O.E.I (archiviato perché il fatto non sussiste).

Nessun disprezzo, nessun rancore, solo prove. Fatti incontrovertibili che denotano un modus operandi della denunciante a dir poco imbarazzante.

Va sottolineato anche come si sia trattato di un confronto continuo: “È vero o non è vero che, il padre della donna querelante a più riprese minacciava di morte il direttore di ith24.it? Lo stesso genitore, pluripregiudicato per i reati di: ricettazione, furto, truffa aggravata e continuata, falsa testimonianza. Alcune telefonate non furono depositate proprio per stemperare gli animi di una famiglia che ha sempre vissuto alle spalle del prossimo. Infatti, alla richiesta di archiviazione, la stessa presenta addirittura ricorso. E perde.

Non solo

È vero o non è vero che la stessa O.E.I, nel periodo 2020/2021, non ha mai versato il 50% delle spese? Oggi, presenta ricorso. Storica, agli atti, è la frase che pronuncia nei confronti del marito: il matrimonio serve a questo, mi devi mantenere. Come tante altre che non sono state ancora depositate, per non mettere rosso in faccia alla querelante. Frasi, che messe alla sbarra dovrebbero come minimo far accapponare la pelle. Ma stando ad alcuni scienziati senza lode, sono state ritenute situazionali. Stendiamo un velo pietoso. La carta di musica in mano ai calzolai.

Testimonianze

Secondo il giudice, non sono da ritenersi congrue le testimonianze dei familiari. Anche perché, a false testimonianze, sono stati condannati padre e madre della querelante (17 mesi di reclusione). Di cui la mamma sconta, in parte, nel penitenziario di Pozzuoli. Altra forte test, la sorella della querelante che, a soli 20 anni, sposa un killer di camorra appartenente al Clun Birra. Insomma, sarebbe stata una commedia all’italiana: Totòtruffa 69. Almeno ci saremmo fatti 4 risate.

In breve, in nessun modo possono in ciò ravvisarsi gli estremi del delitto di diffamazione, anche perchè quello della querelante e dell’intero nucleo familiare, va visto nell’ottica di un vero e proprio stile di vita, e cioè quello che va dalle bugie alla truffa. Pertanto di quali lesioni parlano? Caso mai, alla querelante delle pendici del Vesuvio, dovrebbero condannarla per villania, ma non è sanzionata penalmente.

Pubblicato da edizioni24

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