Toghe rosse, subentra Palamara: “Il processo che ha condannato Scopelliti ha un significato politico”

«Il processo che ha condannato Beppe Scopelliti ha un significato politico». A sostenerlo non è uno di quelli abituati a dare addosso ai giudici “a prescindere”, come avrebbe detto Totò, bensì uno che vizi e virtù della nostra magistratura li conosce fin troppo bene per averli descritti nei suoi due libri (Il sistema e Lobby e logge), scritti a a quattro mani con Alessandro Sallusti: parliamo di Luca Palamara. Una “voce di dentro”, la sua. Da capocorrente prima, da segretario dell’Anm dopo e, infine, da consigliere del Csm. Radiato dall’ordine giudiziario, oggi Palamara gira l’Italia per svelare i retroscena dell’incesto tra politica e toghe e il ruolo del circuito mediatico-giudiziario nei processi con protagonisti politici di grido.

Come Scopelliti, appunto, simbolo della destra reggina e calabrese, condannato a 6 anni e incarcerato per un reato – falso in bilancio – nel quale incorrono tutti i sindaci dei Comuni con finanze dissestate. Al Sud praticamente tutti o quasi. In galera, però, è andato solo lui. Fatale, perciò, che prima o poi incrociasse Palamara. E così è stato un paio di giorni fa a Riccella Ionica in una manifestazione (“Io sono libero dal sistema“), il cui titolo è sintesi dei rispettivi libri: “Io sono libero” e il già citato “Il sistema” dell’ex-pm. Palamara non è entrato nel merito del processo. Si è invece soffermato sul «contesto» nel quale è maturata l’indagine nei confronti dell’esponente di Alleanza Nazionale, fino a quel momento ritenuto dagli stessi inquirenti un baluardo di legalità in un territorio terribilmente complicato.

«Il caso di Scopelliti – ha spiegato – cade in un momento di passaggio della Procura di Reggio Calabria. Quando muta la Procura mutano gli equilibri e vi è un diverso approccio anche a casi come quello di Scopelliti», facendo comprendere «come un processo possa assumere anche connotati politici». Soprattutto quando la notorietà della vittima prescelta assicura adeguata eco mediatica. «Il sistema – ha significativamente aggiunto Palamara – si verifica quando tutto ciò che non è sinistra va al governo». Una constatazione pienamente confermata da Scopelliti: «Il Pdl aveva nella Calabria uno dei suoi territori più forti». Eccolo il «contesto». Resta solo da chiedersi, a questo punto, quale senso abbia più il garantismo fino al terzo grado di giudizio.

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