Test invalsi nel cv degli studenti, l’idea del governo contro i voti gonfiati

By Massimo Balsamo

Troppe disparità nelle valutazioni tra Nord e Sud, così come nel livello di preparazione: da qui la decisione di mettere mano al dossier scuola. Riflettori accesi sulla maturità e sulle differenze lapalissiane tra Nord e Sud: se nel Settentrione di 100 e lode se ne vedono pochi, nel Meridione fioccano. Senza dimenticare le differenze di preparazione tra maturandi che magari si ritrovano con lo stesso voto finale. Il governo ha dunque deciso di correre ai ripari con l’introduzione di una norma mirata a privilegiare il merito (e smascherare i voti gonfiati): il test Invalsi nel curriculum dello studente.

Come evidenziato da Repubblica, il governo ha introdotto una variazione al decreto legislativo 62 del 2017 con il decreto legge 19/2024. “In una specifica sezione sono indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale di cui all’articolo 19, distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese”, si legge all’articolo 14. Il riferimento è al test Invalsi.

Tramite l’integrazione a uno dei decreti attuativi della “Buona scuola”, viene introdotto l’esito delle prove Invalsi nel cv dello studente. Questa la strada individuata dall’esecutivo per dare priorità al merito e alla preparazione degli studenti, valori che rischiano di passare in secondo piano a seconda della provenienza. Gli esiti dei test Invalsi più recenti hanno evidenziato competenze diverse tra Nord e Sud. Il timore principale è legato alla perdita di credibilità del diploma di maturità e questo intervento del governo potrebbe rappresentare un giusto compromesso.

numeri non lasciano margini di interpretazione. Basti pensare ai 100 e lode: il 61 per cento degli studenti premiato con il massimo dei voti è del Sud. Emblematico il rapporto tra Campania e Lombardia: 2.620 maturandi con la lode contro 762, quasi il quadruplo. E ancora il confronto con Calabria e Puglia, regioni del Mezzogiorno con un tasso di studenti con il massimo dei voti cinque volte superiore rispetto alla Lombardia. Discorso diametralmente opposto per i test Invalsi: gli studenti lombardi al livello più alto di competenze in Italiano rappresentavano il 10 per cento del totale, in matematica addirittura il 23 per cento. In Calabria, invece, rispettivamente il 3,1 e il 6,6 per cento. L’intervento dell’esecutivo servirà quantomeno a offrire un quadro completo sulla reale preparazione dei giovani.

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