Stupro, l’annuncio del Premier Meloni: “Andrò a Caivano. Per la criminalità non esistono zone franche”

Giorgia Meloni andrà a Caivano. Il premier ha così accolto l’invito che le ha rivolto don Maurizio Patriciello, il parroco che più volte ha denunciato lo stato di abbandono e di degrado in cui versa la città alle porte di Napoli, assurta a sinistra fama per l’illegalità diffusa che caratterizza sue intere zone, a cominciare dai quartiere a ridosso del Parco Verde. Qui, solo qualche giorno fa, l’ennesimo episodio raccapricciante: lo stupro di due ragazzine di appena 10 e 12 anni con l’ombra inquietante della camorra a far da sfondo. È ora che lo Stato faccia sentire la propria presenza.

È stata la stessa Meloni ad annunciare la sua decisione in pieno Consiglio dei ministri, il primo dopo la pausa estiva. «Obiettivo del governo – ha scandito la presidente del Consiglio – è bonificare l’area: per la criminalità non esistono zone franche. Intendo accogliere l’invito di don Patriciello a recarmi sul posto, la mia non sarà una semplice visita, offriremo sicurezza alla popolazione. Il centro sportivo – ha quindi concluso la Meloni – deve essere ripristinato e reso funzionante il prima possibile». L’annuncio del premier ha chiuso un Cdm servito soprattutto a riprendere le fila delle attività di governo dopo la sospensione agostana. C’è stato anche qualche accenno sulla prossima manovra finanziaria, che dovrà poi costituire l’intelaiatura della futura Legge di stabilità.

«Stiamo gettando le basi», ha assicurato la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli. È invece arrivato il via libera al decreto legge che consente l’ingresso del ministero dell’Economia (Mef), a fianco del fondo americano Kkr, nella società Netco dove confluirà la rete fissa di Tim. Le norme sono contenute in un decreto legge, anzichè in un Dpcm a firma Meloni come inizialmente ipotizzato, poiché era necessaria una base normativa. Il Cdm, infine, ha inoltre approvato l’indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo. «In questo modo – ha commentato il leader leghista Matteo Salvini – sosteniamo un settore che vedeva ancora troppi lavoratori senza adeguate garanzie di welfare».

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