Si celebra oggi la “Giornata Internazionale delle persone con disabilità”. Calcagni a ith24: “Mai Arrendersi nonostante tutto”

Si celebra oggi la “Giornata Internazionale delle persone con disabilità”.

Con l’augurio che il mondo possa veramente cambiare e che una rivoluzione culturale, quanto mai necessaria, possa scuotere le coscienze per costruire una società davvero inclusiva!

Fino a quando avremo la necessità di fermarci a riflettere e strutturare eventi in cui si “parla” di disabilità, di inclusione, di cultura paralimpica e, persino, di diritto allo sport, previsto dalla Costituzione Italiana, vuol dire che esistono ancora esclusioni, dicriminazioni, pregiudizi, preconcetti e che i diritti restano soltanto “privilegi” per i fortunati che ne usufruiscono.

Ancora oggi, non siamo capaci di guardare l’altro con gli occhi di chi va “oltre” l’apparenza, per valorizzare, sempre e comunque, l’unicità della persona, impegnandosi, concretamente, a tutelarne la dignità.

La “diversità”, che considero un valore aggiunto, è percepita come un limite, come una barriera che separa e non come un ponte che congiunge.

Nessuno può permettersi di stabilire chi è “normale” e chi è “diverso”!

Vi dico io cosa c’è veramente dietro al mondo “apparente” della “disabilità”: diritti che esistono solo sulla carta, diritti negati che non essendo davvero per TUTTI, sono soltanto PRIVILEGI per coloro che possono usufruirne.

VITE fragili, di persone stravolte dalla malattia, con il cuore spezzato dalla burocrazia, tra l’indifferenza dilagante di chi dovrebbe trattare con i guanti bianchi chi soffre, mentre proprio chi dovrebbe tutelare l’atleta “diverso” non rispetta le necessità di chi ha bisogno.

Non sono le leggi che mancano!
Manca la sensibilità nelle persone “sane” di capire cosa vive realmente il diversamente abile.

Manca la sensibilità di capire che vivere con l’incertezza di ogni domani è lacerante, per animo, psiche e corpo, e che la possibilità di mantenere una vita normale è la migliore fonte di coraggio per non arrendersi allo sconforto, alla desolazione, alla malattia.

Porto ovunque la mia testimonianza e la mia “reale” esperienza, vissuta e subita sulla mia pelle, sperando che qualcosa possa veramente cambiare, visto che, al di là delle solite belle parole, niente si muove concretamente lì dove c’è il potere per farlo.

“Potevo lasciarmi morire o scegliere di vivere, nonostante tutto e tutti. Ho scelto la vita, quel dono meraviglioso che ognuno di noi ha ricevuto sin dalla nascita e che va difeso, protetto, onorato ogni giorno, valorizzandone ogni istante. Grazie allo sport, ho preso in mano il mio cuore fatto a pezzi, l’ho ricucito e mi sono rialzato”.

Mai Arrendersi, nonostante tutto e @tutti

Pubblicato da edizioni24

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