Scandalo Corte dei conti. La toga rossa che si scaglia contro l’Italia

By Francesco Boezi

Il consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni se la prende via social con Schlein per non aver impedito al governo di approvare la legge di bilancio. Scoppia il caso. Degni, separazione dei poteri alla mano, svolge un ruolo terzo. Eppure scrive via X: «Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti». É soprattutto quel «potevamo» a preoccupare la maggioranza: è una dichiarazione di appartenenza a una squadra. Tra i primi a denunciare la vicenda, il duo degli economisti della Lega Borghi e Bagnai. Poi il capogruppo di Fdi in Senato Malan. «È inquietante che Degni, titolare del delicato ruolo di consigliere della Corte dei Conti, prenda posizioni estreme palesemente contrarie agli interessi dell’Italia, al punto che nessuno in Parlamento ha osato sostenerle», scrive il meloniano. Ma è il centrodestra tutto ad apparire turbato, con anche il capogruppo alla Camera di Fdi Foti che attacca. Malan insiste: «Per il suo ruolo, questo è anche più grave di altre prese di posizione che pure manifesta sul social: l’esaltazione di Toni Negri (con la condivisione di una prima pagina del Manifesto, ndr), condannato in via definitiva per associazione sovversiva e concorso morale in rapina, o l’esplicito sostegno a comunismo e ateismo di Stato». Il consigliere Degni sembra avere un’ideologia di riferimento. La Corte dei Conti prende posizione: «In merito a talune dichiarazioni rese da un magistrato – espresse su social media al di fuori di canali istituzionali e che non rappresentano in alcun modo posizioni dell’Istituto – la questione verrà esaminata in via di urgenza nella prossima adunanza del Consiglio di presidenza per le valutazioni di competenza».

Il senatore Lisei, anche lui di Fdi, chiede un’audizione del magistrato contabile. Il presidente dei senatori di FI Gasparri invoca provvedimenti: «Apprezzo la nota della Corte dei Conti sulle presunte affermazioni di tale Degni. Qualora le affermazioni a lui attribuite risultassero vere mi attendo una rapida estromissione dello stesso, diciamo entro la serata». Marcello Degni, prima di trasferirsi a Venezia per impegni professionali (è il direttore di un master in Pubblica amministrazione alla Università Ca’Foscari), è stato assessore al Bilancio del comune di Rieti, durante il mandato da sindaco di Simone Pietrangeli, esponente di Sinistra ecologia e libertà e di Rifondazione prima.

Anche la Lega, con i capigruppo di Camera e Senato Molinari e Romeo, è per la linea della fermezza. «Degni è un Consigliere della Corte dei Conti super partes o un facinoroso esponente del Pd che auspica l’esercizio provvisorio per far schiumare di rabbia la maggioranza che invece ha lavorato nell’interesse del Paese? A giudicare da quanto emerso dai media, Degni preferisce mettere in ginocchio l’Italia pur di fare becera opposizione a questo governo», scrivono i due leghisti. È attesa la valutazione della Corte dei Conti. A sinistra tacciono. «Quando si parla del tema dell’indipendenza e dell’imparzialità della magistratura, a sinistra risuonano i tamburi della guerra dello scontro ideologico. Ma il fatto che non condannino questa violenta e inopportuna dichiarazione conferma che per le opposizioni l’imparzialità della magistratura sia un problema solo a fasi alterne», attacca la parlamentare di Fdi Kelany. Degni, che sul suo profilo di X si definisce «economista di sinistra», è stato nominato consigliere della Corte dei Conti su proposta del governo Gentiloni, nel 2017. Sempre su X, ha scritto nel tempo altre considerazioni di parte. Tra tante, nel luglio del 2023, questa: «Siamo di nuovo all’attacco alla magistratura con alzo zero. La destra non tollera la separazione dei poteri. Resistenza, resistenza, resistenza».

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