Scajola confermato sindaco di Imperia, sinistra in caduta libera

Claudio Scajola, sindaco uscente di Imperia, viene riconfermato primo cittadino della cittadina ligure. Se cinque anni fa l’ex ministro degli Interni si era imposto, da civico indipendente, “soltanto” al ballottaggio contro l’allora candidato del centrodestra Luca Lanteri, in questa circostanza è stato il sostegno unitario e compatto da parte di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, nonché Udc e Lista Toti – per quanto nessuno di questo simboli fosse presente sulla lista elettorale – a chiudere la sfida già al primo turno a favore di Scajola. Secondo i dati provenienti da tutte le 44 sezioni scrutinate, l’esponente politico di origine imperiese ha nettamente la meglio nei confronti di tutti gli altri contendenti, con una percentuale di consensi che si aggira attorno al 63%.

Ivan Bracco, il poliziotto che lo indagò sei volte in passato e che ora veniva appoggiato da Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra, si deve accontentare di un misero 23%. Stefano Semeria, candidato del Movimento 5 Stelle in solitaria, non raggiunge nemmeno l’1,5%. A sostegno di Claudio Scajola c’erano tre liste civiche: Avanti con ScajolaInsieme con Scajola e Prima Imperia. Per l’ex ministro dello Sviluppo economico si tratta del quarto mandato come sindaco di Imperia; il secondo consecutivo. Per quanto riguarda invece l’affluenza generale, nel capoluogo di Provincia più a ovest della Liguria c’è stato un calo di più di 4 punti percentuali rispetto all’ultima tornata elettorale: 58% contro il 62,7% del 2018.

Alla fine Stefano Bandecchi ce l’ha fatta ad agguantare il ballottaggio e continuare a sperare di prendersi il Comune di Terni. L’imprenditore e fondatore dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, con la sua candidatura, aveva cercato di sfruttare nel capoluogo di Provincia umbro la propria notorietà di presidente della squadra di calcio della Ternana – che in questa stagione di Serie B aveva ottenuto l’obiettivo salvezza con diverse giornate di anticipo (e avrebbe potuto puntare anche ai playoff) – nonché la visibilità mediatica per alcuni suoi recenti scontri in tv in un paio di puntate di PiazzaPulita.. E il suo 28% gli consente di volare al secondo turno: l’esponente della lista Alternativa Popolare segue in scia Orlando Masselli (35,5%) del centrodestra “classico”, con il sindaco uscente Leonardo Latini (Lega) che aveva deciso di non correre per un secondo mandato. Disfatta totale per il Partito Democratico, rappresentato da Josè Maria Kenny (22,2%), e per il Movimento 5 Stelle di Claudio Fiorelli (11%).

L’unico capoluogo di Regione che è andato al voto in questa tornata di elezioni Comunali è Ancona. La città più popolosa della Regione Marche regala il ballottaggio a Daniele Silvetti, appoggiato dal centrodestra unito, e a Ida Simonella, sostenuta da Partito Democratico e Terzo Polo. Nel comune amministrato attualmente dal sindaco Valeria Mancinelli, del Pd, il primo turno vede in vantaggio il rappresentante della lista civica Rinasci Ancona (cdx) al 45,7%, seguito dal candidato del centrosinistra con il 41,5%. Male Enrico Sparapani per il Movimento 5 Stelle (3,5%). Per quanto riguarda l’affluenza finale ad Ancona, c’è stata una (seppur leggerissima) inversione di tendenza rispetto al dato nazionale: 55%, quattro decimi di punto percentuale in più rispetto alle amministrative del 2018, quando però si era votato in un’unica giornata elettorale.

Brindisi, il solo capoluogo di Provincia del Sud Italia (tra le Regioni a statuto ordinario) che doveva rinnovare il sindaco e il Consiglio Comunale, regala il “secondo tempo” della sfida ammnistrativa locale a Pino Marchionna e Roberto Fusco per succedere a Riccardo Rossi, rimasto al palo con il fronte Verdi-Sinistra Italiana (10%). Se il primo – candidato del centrodestra – chiude in testa il primo turno di queste ammnistrative con circa il 43,7%, il secondo dovrà tentare di recuperare il divario i prossimi 28 e 29 maggio dopo essersi fermato al 33,5%. A differenze degli altri tre Comuni sopracitati, Brindisi vedeva Partito Democratico e Movimento 5 Stelle alleati insieme in sostegno di Fusco: basterà per potere sperare di ribaltare il risultato al ballottaggio?

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