Rusnac a ith24: “Industria 4.0 – overview, novità e cambiamenti per il 2023”

By Lolita Rusnac (Per ith24.it)

In Italia il mondo industriale sta affrontando sfide in rapida evoluzione. In questo contesto, sono proprio la digitalizzazione e l’automazione i punti di svolta per affrontare queste sfide. È diventato fondamentale raccogliere, comprendere e utilizzare l’enorme quantità di dati che vengono creati. L’ Industria 4.0 sta facendo esattamente questo, fondendo il mondo virtuale e quello fisico.
Di conseguenza, questo permette al nostro paese di raggiungere un maggior efficientamento nell’utilizzo delle risorse, rendendo con ciò anche l’industria più sostenibile.

Volendo indietreggiare nel tempo, arriviamo nel 2016, anno in cui viene sancito un piano governativo ad hoc che ha subito successivamente una serie di evoluzioni e revisioni: partendo dal piano Industria 4.0 a Piano Impresa 4.0 fino al piano nazionale della Transizione 4.0.
Questo ci mostra come nel corso degli anni, l’attenzione verso l’uso dell’automazione, dell’elaborazione e scambio dei dati nonché l’implementazione di diverse tecnologie abilitanti è cresciuta sempre di più, diventando il centro della trasformazione economica in Italia e nel mondo.

In linea di principio, possiamo affermare che proprio durante la crisi pandemica causata da Covid 19, l’industria 4.0 e le tecnologie ad essa collegate si sono rivelate centrali per contrastare un periodo così turbolento. Facendo un overview sul triennio 2019 – 2022 possiamo dedurre che oltre alle limitazioni generali imposte dall’emergenza sanitaria, le aziende hanno dovuto far fronte ad altri problemi come la scarsità di materie prime, il blocco delle esportazioni e successivamente l’aumento dei costi dei trasporti.

Nonostante queste difficoltà, il mercato dell’industria 4.0 in Italia nel 2019 aveva raggiunto un valore di 3,9 miliardi di euro, in crescita del 22% rispetto all’anno precedente.

La tendenza positiva è proseguita anche nel 2021: i dati registrati nel primo semestre in Italia indicano che complessivamente il mercato dell’industria 4.0 ha registrato un tasso di crescita compreso tra il 12% e d il 15%, segno che le aziende manifatturiere continuano a credere e ad investire nei progetti di digitalizzazione. Possiamo affermare che il 2021 per l’Italia e stato un anno decisamente positivo.

In seguito, nel 2022 continuano a registrarsi incrementi a doppia cifra. Quasi tutti gli indicatori economici dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione sono stati in crescita, lasciando presagire un 2023 ancora favorevole, seppur con tassi più contenuti, del 4,3% circa. Questo è quello che ci fornice lo studio effettuato dall’Osservatorio Transizione 4.0 del Politecnico di Milano.
Del resto, il 75% delle aziende italiane ha già avviato iniziative di trasformazione digitale; a fare da traino sono le piccole e medie imprese.

Con cosa si va incontro oggi?
Le imprese italiane sono state affiancate nel delicato passaggio al digitale, potendo fare affidamento su fondi statali, comunitari e agevolazioni fiscali, tra questi l’iperammortamento, il superammortamento e i finanziamenti agevolati per le start up innovative. Creare un ambiente favorevole alle imprese, risponde quindi a un preciso interesse pubblico.

Come avvenuto anche per lo scorso triennio, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, mette a disposizione per il biennio 2023-2025 risorse e contributi per favorire l’innovazione. L’obiettivo finale resta quello di sbloccare gli investimenti delle imprese in beni strumentali e promuovere l’avanzamento verso una manifattura 4.0.

Se consideriamo l’anno in corso possiamo osservare che sono avvenuti dei sostanziali cambiamenti nei bonus e agevolazioni forniti alle aziende. Possiamo affermare che la Transizione 4.0 2023, conferma, e prolunga, il modello di agevolazione fiscale iniziato nel 2017 per i beni innovativi interconnessi, definiti beni “Industria 4.0
Nel 2023 invece, rispetto al 2022, si verifica una diminuzione dei vantaggi per chi acquista macchinari, in forza del fatto che vengono gradualmente diminuite sia le percentuali del costo del bene, che va a credito di imposta (da 40% al 20%), sia il massimale degli investimenti ammissibile per singolo periodo di tempo. Una situazione che ha spinto le imprese ad anticipare gli ordini nel quarto trimestre 2022 – quando la domanda ha fatto registrare un vero e proprio boom – per godere dell’aliquota al 40%.

Anche se l’inizio del 2023 non ha registrato il crollo temuto, grazie soprattutto alla domanda proveniente dall’estero, non possiamo essere certi che il dimezzamento delle aliquote non abbia avuto, o non avrà, nessun impatto sul settore. Proprio per questo UCIMU è intervenuto presentando al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso una proposta per riformare il Piano Transizione 4.0.

La proposta prevedeva il mantenimento del sistema dei crediti d’imposta con il ripristino delle aliquote 2022 e poi due distinte maggiorazioni: “bonus integrazione di fabbrica”, ed “bonus sostenibilità”. Sicuramente i “bonus” potrebbero orientare meglio le imprese, soprattutto le PMI, in quali ambiti ed in che tipo di tecnologie investire.
In Italia, siamo quindi di fronte ad un panorama industriale in continuo sviluppo, segnato da una crescente attenzione verso la sostenibilità e l’innovazione, che hanno reso l’investimento in automazione avanzata, robotica e digitalizzazione una scelta necessaria per le aziende che mirano a potenziare la loro competitività a livello globale.

Pubblicato da edizioni24

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