Riforma della Giustizia, il pacchetto Nordio comincia a fiorire: primi segnali di dialogo

Correttezza ed equità. Il governo Meloni traccia le linee per una riforma della Giustizia capace di correggere le storture che il sistema soffre da parecchi anni. Non è il momento della propaganda e delle polemiche sterili. E sarebbe da immaturi, per le opposizioni, mettersi in trincea dicendo “no” a tutto con il solo obiettivo di curare il proprio orticello. Il pacchetto Nordio ha fatto da apripista. Dopo il sì del Consiglio dei ministri, qualcosa si muove nel centrosinistra. E se il M5S continua a recitare il solito copione, usando le stesse argomentazioni che l’hanno portato all’inconsistenza politica ed elettorale, ci sono i primi segnali di dialogo e distensione.

Scende in campo Pier Ferdinando Casini: «Mi auguro che sui recenti provvedimenti del governo in materia di giustizia anche l’opposizione partecipi a un confronto costruttivo e senza pregiudizi». Un’esigenza, quella del dialogo, che ha precisi motivi: «L’abuso d’ufficio nelle sue patologie applicative, il traffico di influenze dai contorni indefiniti o la diffusione di gossip intercettati non possono certo costituire il baluardo politico e ideale per chi si propone di governare l’Italia con serietà», aggiunge Casini rivolgendosi al centrosinistra.

Porte aperte da Matteo Renzi: «La riforma della Giustizia ha alcuni segnali timidi ma importanti», afferma. Anche il partito di Calenda dice sì. «Il nostro giudizio sul ddl Nordio è positivo, perché ricalca molte delle proposte che abbiamo presentato come Azione»,  scrive sui social Mara Carfagna, presidente di Azione. «Specialmente ora che è venuto meno l’alibi delle leggi ad personam, è necessario che la politica si accosti ai temi della giustizia con l’equilibrio indispensabile per approvare norme che non servono a qualcuno, ma servono ai cittadini. Perché se un sindaco non firma per paura, tante opere pubbliche non vedranno mai la luce e a farne le spese saranno sempre e solo gli italiani».

Un invito al confronto arriva da Rocco Buttiglione: «Le idee di Nordio sono buone. «Ci vorrebbe una magistratura capace di instaurare con la politica un rapporto diverso, un rapporto di fiducia». E racconta un aneddoto: «Quando ero giovane ho fatto la facoltà di legge e un grande giurista, il professor Guarino mi fece fare una tesina quasi per gioco: “Individui tre situazioni concrete in cui l’amministratore locale può solo scegliere se essere incriminato per omissione di atti d’ufficio oppure per abuso di atti d’ufficio”…». L’abuso ufficio «è diventato un reato cosi vago che gli amministratori hanno paura di firmare: trovato un giudice che li vuole incastrare, un abuso di atti d’ufficio non si nega a nessuno….».

« Il superamento dell’abuso d’ufficio restituisce operatività agli amministratori della cosa pubblica, spesso ingolfati dalla paura di incorrere in contraccolpi giudiziari per le loro decisioni esecutive»,. ha detto la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli. «L’intervento sulle intercettazioni stronca la triste pratica della gogna mediatica a carico di soggetti terzi non coinvolti nelle indagini. La modifica dell’avviso di garanzia, normando la totale riservatezza della consegna e introducendo la descrizione sommaria dei fatti contestati, restituisce la funzione originaria di questa comunicazione, a tutela del destinatario». Si tratta «del primo passo verso un cambiamento importante, per riportare compiutamente il cittadino al centro del sistema giudiziario».

E Vincenzo De Luca torna a ribadire: «Credo sia importante e positiva l’iniziativa assunta dal governo sul tema della giustizia», afferma il presidente della Regione Campania. «È un bene se si avvia un processo di riforma da portare a conclusione in maniera equilibrata e seria, senza logiche di vendetta, ma risolvendo e cancellando le anomalie che sono cresciute in questi anni».

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