Recovery e mercato delle vacche, la Bellanova contro Conte: “Comportamento inaccettabile, così finisce tutto”. E ora cosa vuole?

Spalle coperte dal segretario Matteo Renzi e dalla pattuglia parlamentare, i ministri di Italia Viva Teresa Bellanova edElena Bonetti sono entrate a Palazzo Chigi come si arriva sul campo di battaglia. Sul tavolo c’era la questione della “governance del Recovery”, ovvero, detta brutalmente, di chi dovrà gestire i 209 miliardi di euro previsti per l’Italia. I renziani non ci stanno a mollare il “bottino” nelle mani di una task force che, di fatto, risponderebbe solo al premier Giuseppe Conte. Vogliono il loro posto a tavola e, per ottenerlo, si dicono disposti ad arrivare allo strappo. Ottenendo, intanto, un rinvio: il via libera definitivo al Recovery, da quanto trapelato pochi minuti prima del Consiglio dei ministri, iniziato con due ore di ritardo, è slittato a mercoledì sera. Si prende tempo su tempo, insomma.

La giornata, del resto, si era aperta sotto i peggiori auspici. Con Renzi che sul Recovery lanciava un ultimatum in un’intervista a Repubblica  e la Bellanovache rincarava la dose sul Messaggero, in buona compagnia dei deputati usciti sul tema col passare delle ore. “Chiedo di poter valutare carte alla mano da una settimana. Italia Viva non è disponibile ad approvare sulla governance del Recovery una norma che non conosciamo e di cui non ho, né abbiamo, potuto discutere con i nostri parlamentari”, ha detto la Bellanova al Messaggero. “Ho lavorato in questi mesi insieme ai miei Uffici alla proposta targata Mipaaf, ma – ha chiarito il ministro dell’Agricoltura – non so come si intrecci con le altre né la mappa complessiva che si genera e che deciderà del futuro del Paese. Non mi sembra operazione da prendere sottogamba”.

“Quando si ha l’onore di guidare un governo di coalizione, si ha l’onere della sintesi. Se per caso si dovesse confermare l’idea che c’è una maggioranza informata e una parte che informata non è, questo significherebbe la dissoluzione anche di una coalizione“, ha quindi avvertito Bellanova, aggiungendo che “a una prima lettura” la bozza del Recovery risulta “opaca e con profili incostituzionalità”. “Non possiamo consegnare ad altri, scelti non si sa come, le chiavi di casa”. E neppure “avere il testo alle due di notte, pratica inaccettabile”.

È poi stata la Bonetti, arrivando a Palazzo Chigi per il Cdm, a chiarire che dall’alba alla mattinata inoltrata nulla era cambiato. “Dobbiamo disegnare il futuro dell’Italia per i prossimo 30 anni. Per farlo c’è un governo che rende conto al Parlamento. Costituire una sorta di struttura parallela al governo di cui il Parlamento non sa nulla – ha concluso Bonetti – esautora il Paese nella progettazione del futuro”.

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