Quarantasei anni senza Elvis Presley, l’inimitabile: il ricordo della leggenda del rock’n roll

Qualcuno dice che Elvis Presley è ancora vivo e sarebbe possibile, visto che avrebbe 88 anni. Purtroppo è morto 46 anni fa, a sole quarantadue primavere, ucciso da un cocktail di farmaci dopo una vita breve ma rivoluzionaria. Era il 16 agosto del 1977.

Oltre un miliardo di dischi venduti, il trono di inventore e di Re del rock’n’roll, un mito che sopravvive all’usura del tempo. 61 album pubblicati e centinaia di concerti gremiti, tutti rigorosamente negli Stati Uniti, tranne sei apparizioni in Canada.
Ricapitolare i suoi successi sarebbe impossibile. “Love me tender” è la canzone ancora preferita tra i fans del cantante che si esibì anche in una memorabile versione di “Torna a Surriento”.
Divenuto una macchina di soldi Elvis ebbe la capacità di rivoluzionare la musica aprendo il varco a un nuovo stile.
Sul palco era istrionico e versatile, capace di muovere il bacino in un modo unico, grazie al quale divento un sex symbol unico.

Verso la fine del 1970 Elvis si attivò allo scopo di ottenere un colloquio con l’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon: la richiesta che egli avanzò venne accolta e il 21 dicembre dello stesso anno egli si recò alla Casa Bianca. Con la piena approvazione del presidente Nixon, venne nominato a tutti gli effetti un agente dell’FBI, sezione narcotici. Quindi The Elvis sarebbe stato un agente dei servizi.

Negli anni settanta il declino causato dall’assunzione di farmaci di ogni genere, soprattutto barbiturici e antidolorifici, fino al maledetto 16 agosto del 1977 quando il suo cuore cedette. Un arresto cardiaco probabilmente causato dai troppi farmaci e da una mole fisica che aveva raggiunto livelli assurdi.
Seppure, a differenza di altri miti musicali, il suo successo non abbia raggiunto le nuove generazioni, Elvis rimane nella mitologia. Come Marlyn, come Marlon Brando. Come gli dei.

Pubblicato da edizioni24

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