Putin lancia l’attacco, prima via web, poi quello tradizionale: la guerra spaventa anche l’Occidente

Accanto al fronte bellico tradizionale le truppe di Vladimir Putin hanno milizie addestrate e in grado di colpire in modo devastante e insospettabile: chiamatela guerra ibrida. Non a caso, prima dell’attacco tradizionale delle 3,40 di oggi, le prime avvisaglie erano arrivate via web.

Infatti, ieri mattina i siti web dei ministeri della difesa, degli esteri e degli interni dell’Ucraina erano irraggiungibili o incredibilmente lenti a caricarsi. Oltre agli attacchi informatici di mercoledì, i ricercatori di sicurezza informatica hanno denunciato che “aggressori non identificati” hanno infettato centinaia di computer con malware distruttivi, alcuni nelle vicine Lettonia e Lituania. Alla domanda se gli attacchi definiti denial-of-service stessero continuando giovedì mattina, l’alto funzionario ucraino della difesa informatica Victor Zhora si è rifiutato di rispondere.

Come riferisce l’Associated Press,l’intelligence ucraina aspettava da tempo che gli attacchi informatici precedessero e accompagnassero qualsiasi incursione militare russa. La combinazione di attacchi DDoS, che bombardano i siti Web con traffico spazzatura per renderli irraggiungibili, e infezioni malware sono diventati il nuovo protocollo russo della guerra ibrida: operazioni informatiche coniugate con gli attacchi nel mondo reale.

L’elenco è lungo. La rivista Wired Italia ha citato alcuni precedenti. La cyberguerra di Putin ha lasciato migliaia di persone in diverse città dell’Ucraina senza corrente nel 2015 e nel 2016. Inoltre, gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Unione europea hanno accusato il Cremlino anche di essere dietro all’attacco NotPetya del 2017.  Infatti, in quell’occasione i malware, principalmente rivolti all’Ucraina, si sono diffusi a livello globale, causando miliardi di dollari di danni ai sistemi informatici in Europa, Asia e Americhe.

Nella cyberguerra i russi sono all’avanguardia. Ne sanno qualcosa le aziende italiane Accentur, Erg, Salini. La gang russa Lockbit ha rivendicato molti attacchi hacker con relativo furto di dati e di password. Talvolta con richieste di riscatto, in altri casi con boicottaggi repentini. E quando Putin “avverte” l’Occidente, non è detto che le ritorsioni non arrivino proprio dal web.

Pubblicato da edizioni24

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