By Francesca Galici
Scuole italiane sempre più al centro delle cronache nelle ultime settimane e la storia che arriva da Roma si inserisce nel contesto delle violenze che animano con sempre maggior frequenza gli istituti italiani. A farne le spese, stavolta, il preside dell’istituto paritario San Gabriele, in via della Giustiniana. L’uomo, Raimondo Pietroletti, ha denunciato di essere stato massacrato di botte dal compagno della madre di uno studente dell’istituto, sospeso per ragioni disciplinari. Il provvedimento pare non sia stato gradito dalla famiglia del ragazzo, che ha deciso di vendicarsi sul dirigente scolastico.
Il preside è stato costretto al ricovero con una prognosi di 90 giorni a causa delle botte ricevute dal suo aggressore e stando a quanto ricostruito dal quotidiano “Il Tempo“, lo studente sarebbe stato soggetto alla sospensione e alla nota per essersi rivolto con delle parolacce a un insegnante. Rientrato a casa, avrebbe comunicato il provvedimento disciplinare in famiglia e a quel punto il compagno della madre avrebbe fatto irruzione nell’ufficio del dirigente scolastico, dove quest’ultimo era impegnato in una riunione con i suoi collaboratori. In primo momento ci sono state solo le minacce da parte dell’uomo nei confronti del preside ma ben presto si è passati dalle parole ai fatti.
“L’ha massacrato“, raccontano oggi i genitori degli altri studenti dell’istituto, che riferiscono di uno stato alterato dell’aggressore. Nella comunicazione che il Consiglio d’amministrazione dell’istituto ha inviato ai genitori si parla di una “gravissima aggressione”. Per altro, alcuni testimoni raccontano che l’uomo avrebbe aggredito il dirigente dell’istituto, di decennale tradizione cattolica, davanti agli occhi impietriti del figlio più piccolo che lo aveva accompagnato. A chi si trovava in quel momento presente sul luogo dell’aggressione, quell’irruzione è sembrata una vera e propria spedizione punitiva. “Piangevano sia il dirigente, mentre veniva massacrato di botte, sia il bambino. Alcune insegnanti hanno chiamato il personale scolastico, che ha allertato i soccorsi e la polizia”, ha raccontato un genitore.
Stando a quanto riferisce “Il Tempo”, l’istituto si è mosso tramite l’avvocatura dello Stato.