Pioggia di lettere dall’Agenzia dell’Entrate: ecco perché

By Valentina Menassi

L’Agenzia delle Entrate sta scrutinando l’anno d’imposta 2020 inviando migliaia di lettere di compliance ai contribuenti che potenzialmente hanno omesso redditi. Infatti la sezione che si trova nell’area riservata del sito delle Entrate ha registrato alcune difficoltà a causa del flusso sostanzioso di segnalazioni. Ecco quali sono le problematiche riscontrate e cosa sta accadendo.

Le anomalie riscontrate

I soggetti interessati hanno evidenziato diverse anomalie che riguardano i redditi da lavoro assimilati, autonomo e anche quelli derivanti da contratti di locazione non dichiarati con la possibilità di regolarizzare la posizione tramite una dichiarazione integrativa precompilata. Quest’ultima opzione è prevista solo per alcuni contribuenti.

Le compliance

In merito alle comunicazioni queste vengono trasmesse dall’Agenzia delle Entrate (ai sensi dell’articolo 1, commi da 634 a 636, della legge 23 dicembre 2014, n. 190) ai contribuenti. Vengono segnalate delle incongruenze in merito alle dichiarazioni presentate, un esempio è l’omessa indicazione dei redditi percepiti. I soggetti vengono invitati a regolarsi in autonomia tramite una dichiarazione integrativa e successivamente versando le imposte dovute assieme alle sanzioni in misura ridotta.

Nella lettera, si fa menzione in modo generico del reddito omesso. Consultando il cassetto fiscale del contribuente nella sezione specifica “L’agenzia scrive” si ha la possibilità di visualizzare il prospetto della comunicazione con dettagli sui dati posseduti dall’amministrazione finanziaria per identificare con precisione eventuali omissioni. Nel caso in cui effettivamente risultasse un reddito omesso, la comunicazione e il prospetto informano il contribuente su come regolarizzare la situazione tramite il ravvedimento operoso (art. 13 del D.lgs. n. 472/1997). Il soggetto dovrà presentare una dichiarazione integrativa e pagare le imposte aggiuntive, interessi e la sanzione per infedele dichiarazione.

La sanzione

In merito alla sanzione questa ammonta al 15% rispetto all’imposta maggiore determinata, ovvero 1/6 del 90% da infedele dichiarazione percentuale che duplica in caso di canoni di locazione soggetti a cedolare secca parzialmente dichiarati. Si arriva al 40% in caso di omissione totale dei canoni. Nel caso in cui i dati che l’amministrazione ha in possesso non fossero corretti si potranno modificare tramite la documentazione probatoria attraverso la sezione dedicata presente all’interno del Civis nell’area riservata del sito delle Entrate.

Pubblicato da edizioni24

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