Paura in Crimea, colpito il ponte di Kerch: ecco i risvolti

Due esplosioni a distanza di 15 minuti, in piena notte: così è stato preso di mira di nuovo il ponte di Kerch, in Crimea. Dopo le 03:00 (ora locale) un forte boato è stato sentito nei pressi dell’opera simbolo dell’occupazione russa e che collega la penisola annessa da Vladimir Putin nel 2014 con la regione di Krasnodar. Il bilancio provvisorio è di due morti, un uomo e una donna, e di una bambina ferita: si tratta di una famiglia proveniente da Belgorod, riferisce il governatore Vyacheslav Gladkov.

Il traffico sul ponte, lungo 19 km, è stato deviato verso altre strade, mentre alcuni canali telegram pro-Mosca, tra cui Grey Zone (vicino alla Wagner), sostengono che l’incidente sia da ricondurre al raid di due droni marittimi, ma non è stato ancora possibile confermare questa ipotesi. Le uniche immagini disponibili mostrano infatti i detriti sul viadotto stradale e ferroviario, quest’ultimo sospeso fino alle 09:00 di stamattina secondo il governatore filorusso Sergej Aksyonov. “Data la situazione attuale, chiedo ai residenti e agli ospiti della penisola di astenersi dal viaggiare attraverso il ponte e, per motivi di sicurezza, di scegliere un percorso terrestre alternativo attraverso altre regioni”, ha dichiarato Aksyonov.

La testata Rbc Ukraine scrive che i servizi di sicurezza (Sbu) e le forze navali dell’esercito ucraino hanno portato a termine un’operazione speciale notturna. “Il ponte è stato attaccato con l’aiuto di droni di superficie. È stato difficile raggiungere il ponte, ma alla fine è stato fatto”, ha detto al quotidiano una fonte vicina all’Sbu. In precedenza, il capo dei servizi di sicurezza Vasily Malyuk ha affermato che Kerch è un obiettivo legittimo. Non la pensa così Nataliya Gumenyuk, portavoce del comando meridionale dell’esercito di Kiev, che ritiene l’attentato sul ponte una provocazione russa in vista dell’imminente scadenza dell’accordo sul grano, non più valido da domani.

Ignota ancora l’entità dei danni: le autorità locali sostengono che la struttura abbia retto, ma alcuni filmati in rete mostrano quelle che potrebbero essere delle campate crollate all’altezza del 145esimo pilone portante. Il presidente Vladimir Putin è stato informato dell’accaduto e ha convocato d’urgenza una riunione del consiglio di sicurezza. La penisola rimane rifornita di cibo, carburante e scorte, ha assicurato la funzionaria dell’amministrazione filorussa Elena Elekchyan, nonostante sia già stato ridotto l’approvvigionamento idrico dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka.

L’esplosione di stanotte è dunque il secondo attentato sul ponte di Kerch dopo il rogo dell’8 ottobre 2022 rivendicato  il 10 luglio scorso dalla viceministra ucraina della Difesa Hanna Maliar. L’intelligence Usa ha rivelato a metà maggio che l’attacco è stato condotto dai servizi segreti dell’Ucraina.

Dal governo di Volodymyr Zelensky è giunta una sola comunicazione ufficiale attraverso il portavoce del Gur (intelligence militare) Andrii Yusov, che ha commentato così: “Per quanto riguarda le ragioni dell’attacco, non commentiamo. Posso solo citare il capo dell’intelligence della Difesa ucraina, Kyrylo Budanov, che ha detto: ‘Il ponte di Crimea è una struttura instabile’.

Nove mesi fa la reazione di Mosca era stata durissima, con una campagna di bombardamenti ordinata dal Cremlino contro le principali città ucraine. Ora potrebbe esserci un’altra rappresaglia: le truppe russe sono impegnate a difendere i territori conquistati a Kherson e Zaporizhzhia e in manovre offensive a Kupyansk e nell’est del Paese, ma l’aviazione potrebbe tornare attiva in tutta l’Ucraina.

La Crimea nel frattempo è diventata un obiettivo sensibile per via delle lunghe code di turisti provenienti dalla Federazione russa, mentre le forze armate di Kiev provano lentamente a sfondare a sud con una controffensiva che è stata messa in pausa. Tra giugno e luglio di quest’anno in Crimea si è registrato un autentico esodo di macchine e per questa ragione la polizia ha dovuto intensificare i controlli all’ingresso della penisola, “coperta” dalle fortificazioni e dalle trincee scavate negli ultimi 12 mesi, ma sempre vulnerabile a qualsiasi minaccia aerea.

Il ponte di Kerch, costato quasi 4 miliardi di dollari e inaugurato nel 2018, è uno snodo logistico importante per l’esercito russo. Con l’invio di missili a lungo raggio (Atacms) da parte degli Stati Uniti, il viadotto potrebbe rientrare nella portata degli attacchi missilistici lanciati da Kiev.

Pubblicato da edizioni24

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