Musicista ucciso a Napoli, Beatrice Venezi tra dolore e rabbia: un giovane talento vittima di odio e brutalità

Un omicidio brutale, quello del 24enne musicista napoletano Giovanbattista Cutolo, frutto di un vuoto che ha lasciato il posto a una violenza incontrollata che sparge semi di crudeltà ogni giorno di più, a ogni nuova vicenda che la cronaca segnala ormai quotidianamente. Un quadro allarmante e disarmante al tempo stesso, che il direttore d’orchestra Beatrice Venezi – consigliere per la musica del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – riassume a chiare lettere nel suo commosso commento sull’omicidio a Napoli. Alla giovane vittima, questa sera, in occasione della prima della recita di Tosca a Verona, la Fondazione Arena, attraverso i corni della sua orchestra, tributerà un omaggio musicale.

«Era un cornista di talento, lo sguardo limpido e sincero, appassionato e amoroso nei confronti del suo strumento, del vivere in orchestra, del fare parte di una comunità come quella della Scarlatti. Era un ragazzo sempre sorridente, educato e rispettoso nei confronti di tutti, del suo lavoro, della musica stessa», ha detto la Venezi ricordando la vittima, musicista dell’Orchestra Scarlatti Young. «Non posso credere a quello che è successo – ha poi aggiunto –. Non posso credere, né tantomeno accettare, che la nostra società precipiti ogni giorno sempre più nel degrado e nella barbarie. Nel vuoto di doti morali e intellettuali. In un vortice centripeto annichilente, in cui non si conosce più nemmeno il valore sacro della vita»

Un lungo e amaro sfogo, quello della Venezi, che proseguendo nelle sue osservazioni si è anche chiesta: «Cosa siamo diventati? Animali? No, questa è retorica. Gli animali non uccidono per crudeltà, ma solo per necessità». Poi, in un crescendo di indignazione e sgomento, il consigliere del Ministro s’interroga sconfortata: «Dove sono finite la solidarietà. L’empatia. Il senso di comunità che contraddistinguevano la nostra società italiana? Siamo l’ombra di noi stessi. Zombie che vivono solo nella notte dell’umanità. Corpi vuoti senza anima».

«Come artisti – osserva poi – ci mettiamo in gioco ogni giorno per portare la bellezza nella vita delle persone attraverso il linguaggio sublime della musica», ambasciatori dei «più alti valori umani a cui ispirarsi, per mostrare che un’altra via è possibile. Ne abbiamo fatto la nostra missione e la nostra stessa vita. Giovanbattista ne aveva fatto la sua missione e la sua vita. L’esatto opposto dell’odio e della brutalità di cui è stato vittima»

E infine, «fino a ieri mattina – conclude Beatrice Venezi – credevo fermamente in questa missione. E che con la cultura e con l’amore che l’arte insegna si sarebbero potute sanare le ferite della nostra società. Per il momento mi rimangono soltanto un senso di frustrazione e di impotenza. Ma anche rabbia, tanta. E una sete di giustizia che adesso vuole essere soddisfatta. Mi stringo nel dolore alla famiglia di Giovannattista certa che la musica degli angeli lo accompagni da adesso in avanti».

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