Movimento 5 Stelle, dal carro dei vincitori virtuali e non al Misto, non di frittura, al gruppo. La grillina dice di no in Commissione e viene sostituita: “Io umiliata, passo al Misto”

Il M5S perde un altro pezzo. Nella frastagliata e depauperata galassia pentastellata incombe un altro imminente addio: quello della deputata Angela Ianaro, che ieri sera, nel corso della riunione Affari sociali della Camera, si è opposta a un emendamento (caldeggiato dal M5S) che dava il via libera ai tamponi nelle parafarmacie. Una presa di posizione che ha portato alla sua sostituzione in Commissione. E che andava contro a una prova di forza che a sua volta il M5S ha tentato, portando tutti a schierarsi per il sì.

Un caso che da ieri sera tiene banco all’interno del Movimento, ormai quotidianamente funestato da dissensi e fronde. E sul quale la diretta interessata ha dichiarato all’Adnkronos: «Ho assistito alle battaglie del M5S quando venivano sostituiti parlamentari delle altre forze politiche che si rifiutavano di votare provvedimenti nelle Commissioni. Sono dispiaciuta nel vedere che questa è diventata anche una nostra pratica. Purtroppo si sta andando oltre… Non si può esprimere un dissenso all’interno del Movimento 5 Stelle». Che alla fine, alla domanda se intendesse o meno lasciare i grillini per confluire, come molti dei suoi colleghi hanno già fatto prima di lei, nelle file del Gruppo Misto, ha risposto: «Sì, ci sto ragionando».

Una risposta che sembra interlocutoria, ma che probabilmente sottende a una decisione forse già maturata ieri sera, durante la riunione Affari sociali della Camera. Quando, nel bel mezzo della discussione, il dialogo si è inceppato sulla posizione oppositiva della Ianaro che, spiega la stessa deputata – farmacologa beneventana classe ’67 – si sarebbe sbloccato solo dopo la sua rimozione. O meglio, come lei stessa ha confermato al termine della seduta – e riversando in una chat interna tutto il suo malumore –: «Sono stata sostituita dalla Commissione». Aggiungendo, secondo quanto riferisce Il Foglio, che stavolta per la parlamentare campana «non si trattativa di un dissenso. Ma di una umiliazione bella e buona».

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