“Meno tasse per tutti” ora è legge: approvata la riforma del Fisco ferma al palo da oltre 50 anni

«Sono molto soddisfatta dell’approvazione in via definitiva in Parlamento della delega fiscale. Una riforma strutturale e organica, che incarna una chiara visione di sviluppo e crescita e che l’Italia aspettava da cinquant’anni». Nelle parole del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, c’è l’orgoglio per una riforma che trasforma in legge “meno tasse per tutti”, una storica battaglia del centrodestra.

«Meno tasse su famiglie e imprese – aggiunge la Meloni -, un fisco più giusto e più equo, più soldi in busta paga e tasse più basse per chi assume e investe in Italia, procedimenti più semplici e veloci. Sono alcuni dei principi di un provvedimento storico che rivoluzionerà il rapporto tra Fisco, cittadini e imprese e che il governo lavorerà per attuare concretamente con i decreti attuativi. Un impegno preso con i cittadini che oggi abbiamo onorato, nell’interesse dell’Italia»

Il governo incassa infatti il via libera definitivo alla delega fiscale, approvata in terza lettura alla Camera: 184 sì (incluso il Terzo polo), 85 no e nessun astenuto. Nella “rivoluzione dolce”, definizione di Fabio Rampelli, il governo lavora a un “fisco amico”: si va dalla nuova Irpef a tre aliquote alla riduzione delle tasse sulle tredicesime, fino ai premi per chi collabora con il Fisco. Tutto questo, senza cedere neanche di un millimetro nella lotta all’evasione. Emblematica, in tal senso, l’approvazione di un ordine del giorno del M5s che impegna il governo a garantire che le multinazionali paghino le tasse in Italia. Fisco amico, ma che non fa sconti a nessuno.

«Un risultato storico», come ricorda il viceministro Maurizio Leo, artefice della riforma. In aula, l’esponente di FdI ha usato una metafora efficace per far capire la situazione.  «Abbiamo circa 1.000 pagine di istruzioni per la dichiarazione dei redditi, quando Guerra e Pace nell’edizione Mondadori ne ha 1400». Il via libera al ddl è tuttavia solo parte del percorso perché adesso serviranno i decreti attuativi: a questo scopo verrebbe istituito un comitato tecnico sulla falsariga del Modello Visentini, lo schema adottato negli anni 70 dall’allora ministro che si avvalse di tecnici di alto livello per redigere i testi. «Ci metteremo sin da subito al lavoro», promette Leo. L’idea è di partire con le 3 aliquote Irpef dal 2024. Lo scoglio restano però le risorse. Solo per questo intervento servirebbero 3-4 miliardi. A questo proposito, torneranno preziose le risorse risparmiate sul reddito di cittadinanza.

«È un giorno storico: dopo 50 anni di attesa oggi prende il via una vera e propria rivoluzione fiscale. La delega che il Parlamento affida al governo disegna finalmente un sistema tributario nuovo, non più vessatorio e nemico del cittadino», commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. «Meno tasse e agevolazioni per le imprese e i cittadini onesti», sottolinea Massimo Garavaglia della Lega.

Una riforma che “finalmente sostiene la crescita e mette nelle condizioni migliori chi ha voglia di fare e produrre”, dice Alessandro Cattaneo di Forza Italia, mentre per Maurizio Lupi (Nm) «la semplificazione è un successo». Per la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli, «si gettano le basi, finalmente, per un rapporto virtuoso che sia precondizione di meno evasione fiscale e più iniziativa privata».

Per il deputato di Forza Italia e coordinatore nazionale del movimento giovanile Stefano Benigni «ancora una volta, anche grazie al grande impegno di Forza Italia, al governo e in Parlamento, rispettiamo gli impegni che abbiamo preso con i nostri elettori. Il nostro obiettivo è e resterà sempre quello indicato dal presidente Berlusconi, meno tasse per tutti».

Positive le reazioni delle associazioni di categoria da Confindustria a Confartigianato, per cui la riforma del fisco «è un giusto equilibrio tra equità e semplificazione». Critica invece la Cgil, che lamenta, tra l’altro, «l rifiuto di pensare a qualunque imposta sui grandi patrimoni e sugli extraprofitti, ci rendiamo immediatamente conto dell’iniquità complessiva dell’operazione».

Fisco amico: tredicesima più pesante e tre aliquote

Nel testo della delega fiscale è prevista, tra l’altro, la revisione e graduale riduzione dell’imposta: il primo step è di passare a tre aliquote, l’obiettivo finale è l’aliquota unica. Per i lavoratori dipendenti salta l’ipotesi iniziale di una flat tax incrementale: al suo posto si introduce una tassazione agevolata su straordinari, tredicesima e premi di produttività. Arriva il concordato preventivo biennale per le partite Iva e le Pmi. In pratica il fisco calcolerà quanto dovuto ai fini dell’imposta sui redditi per i due anni successivi: chi accetta non avrà contestazioni sull’Irpef e avrà certezza su quanto deve pagare. Va invece versata l’Iva. È prevista anche la revisione della disciplina per renderla più aderente alla normativa Ue. Tra le possibilità anche Iva zero per alcuni prodotti di prima necessità. Perché “meno tasse per tutti” da oggi non è più solo uno slogan elettorale.

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