Il boss Matteo Messina Denaro ricoverato all’Aquila per un intervento ai reni. Ospedale blindato

Il boss Matteo Messina Denaro si trova ricoverato all’ospedale dell’Aquila per essere sottoposto ad un intervento chirurgico. Secondo quanto trapela, l’operazione non sarebbe collegata al tumore al colon di cui soffre da tempo e per il quale il boss 62enne si sottopone regolarmente ai previsti cicli chemioterapici all’interno del carcere di massima sicurezza della città abruzzese. Imponenti, ovviamente, le misure di sicurezza adottate per il ricovero di Messina Denaro, che resta costantemente sorvegliato da un massiccio servizio di sicurezza.

A determinare il trasferimento dell’ex latitante della Mafia  trapanese, arrestato il 16 gennaio scorso e detenuto all’Aquila dal giorno successivo, sarebbe stata infatti un’altra patologia, l’idronefrosi, cioè l’accumulo di urina nei reni. L’intervento dovrebbe servire appunto a migliorare il drenaggio renale. Secondo le previsioni dei sanitari, Messina Denaro non dovrebbe restare ricoverato per più di due giorni. Il tempo necessario per ricevere le cure nel reparto di Urologia per passare poi nella cella per detenuti, ristrutturata nei mesi scorsi proprio in seguito alla scelta di rinchiudere l’ex-primula rossa di Cosa Nostra nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila.

Allo sforzo organizzativo in termini di sicurezza, le precarie condizioni generali di salute del padrino trapanese ne hanno richiesto un altro anche in termini sanitari. Oltre ai medici, infatti, sarebbe attiva anche una task force di operatori abituati a fronteggiare situazioni così delicate. A visitare il boss, infatti, secondo quanto si apprende, saranno anche dagli oncologi.  Si tratta, in questo caso, di un controllo ordinario stante la stazionarietà del tumore al colon contro il quale Matteo Messina Denaro combatte da anni sottoponendosi a cicli di chemioterapia di tipo biologico. «Il boss – raccontano fonti sanitarie e carcerarie – è ben aggrappato alla vita e sta lottando come un leone per sconfiggere il male».

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