Madri violente e manipolatrici, gli effetti dell’amore tossico sui figli. La dott.sa Valeria Randone, specialista in psicologia e sessuologia clinica, è magistrale

“Una madre ha due doveri: preoccuparsi ed evitare di farlo”. E.M Forster. Essere, non fare la madre, è un cammino tanto emozionante quanto disseminato di insidie, straripante di ponti e abissi, di strappi e riparazioni.

A spiegarlo, in maniera magistrale, è la dott.sa Valeria Randone, specialista in psicologia e sessuologia clinica.

Dott.ssa cattiveria o traumi pregressi? Il copione che si ripete? Perché a volte siamo costretti a vedere scene che vanno oltre la regolare natura, legame madre-figlio?


Tranne in casi di psicopatologie pregresse, una madre non diventa fagocitante o aggressiva per puro piacere o per innata cattiveria, ma a causa dell’infanzia che hanno vissuto, che non ha elaborato e che tende a riproporre in maniera pericolosamente immodificata. Si tratta di madri che a loro volta hanno subito madri o genitori algidi, rigidi. Donne che sono state  umiliate a loro volta, nonché controllate e costantemente manipolate.

Intrappolate?

Sì. Sono madri rimaste intrappolate nella loro sanguinolente ferita d’infanzia che hanno tentato, in maniera amatoriale e inadeguata, di curare instaurando un legame di tipo compensatorio con i loro figli.

Ad esempio.

Uno dei meccanismi più potenti della psiche è la coazione a ripetere, una sorta di trappola che porta a ripetere antichi copioni relazionali, anche i più disfunzionali. Ad esempio: lo hanno fatto anche i loro genitori. Quasi a vederlo in una ottica di normale routine. E difficilmente si teme poi il giudizio altrui, è normale. Questa sottovalutazione fa paura.

Quindi sarà sempre un continuo ripetersi?

Se non lo si accetta, e si continua a fingere che il problema sia di altra natura, purtroppo si. La storia si ripetera, e questa volta i ruoli si invertono: la vittima diventa carnefice, e la figlia non amata in maniera adeguata diventerà una madre insopportabile.

In sintesi sono manipolatrici?

Di necessità virtù, il comportamento delle madri manipolatrici è dovuto a tratti caratteriali e personologici, difficilmente modificabili: donne dal carattere forte e dominante che hanno bisogno di tenere sempre tutto sotto controllo, di controllare, di comandare. Un altro caso di infelicità dei figli è dato dalla loro permanenza all’interno di nuclei familiari disfunzionali. Donne infelicemente sposate spostano sul figlio i loro bisogni negati, sublimano, compensano. Lo promuovono a partner sostitutivo, lo fanno diventare un fidanzato, un amante, un marito che cerca con affanno di soddisfare il loro bisogno di cura.

Ma un figlio può crescere alll’ombra di una madre?. L’uso ricorrente di bugie e negazioni o finti bisogni di facciata, fanno bene? Ma anche nel caso inverso, e cioè di troppa apprensione.


Tra senso di colpa e bisogno di riparare, un bambino non capisce perché sta male, perché fa fatica a sentirsi indipendente. Perché si sente sbagliato, fuori dal coro, inadeguato. Nel caso invece di una madre troppo invadente ed esigente, sente sulla sua pelle le maglie della stretta materna, ma non le vede, non sa come allentarla, come liberarsene. Ha paura di ferirla e di deluderla, di causarle un ulteriore dolore con il suo comportamento autonomo o ribelle. Di amare in libertà, di vestirsi come vuole e di scegliere il lavoro che gli piace. Insomma, di diventare sé stesso. Questo può avere gravi implicazioni nel raggiungimento dell’indipendenza e della felicità. Un bambino cresciuto sotto l’egemonia di una madre manipolatrice ha dovuto barcamenarsi come ha potuto. Ha imparato l’utilizzo ricorrente di bugie o mezze verità nel tentativo di cercare di ritagliarsi un angolo di cielo. Mentire è per lui una scappatoia dalla morsa materna, un vero e proprio meccanismo di sopravvivenza. All’inizio lo attua per non deludere la madre, per evitare il senso di colpa successivo alla sua non approvazione, in qualche modo per cercare di sopravvivere; nel tempo, impara a utilizzare questa “risorsa”, la fa sua, così ne automatizzerà il suo utilizzo salvifico anche in età adulta, per evitare di assumersi le responsabilità delle sue azioni da persona indipendente. La bugia, come nella mamma manipolatrice, lo difende dall’esame di realtà, lo protegge, si farà mantello per nascondere le proprie emozioni e paure, con l’unico scopo di non deludere la madre, nel tentativo vano di vivere o meglio di sopravvivere in qualsiasi contesto. Le madri irrisolte e invadenti considerano i figli come se fossero di proprietà personale. Un bene prezioso di cui occuparsi e preoccuparsi, sempre e per sempre. Questo legame tossico ha tutta una serie di implicazioni per lo sviluppo emotivo, psichico e sessuale del bambino. In ambito amoroso e sessuale un bambino che diventa adulto vivrà in legami d’amore in maniera zoppicante: da un lato desidera amare ed essere amato, dall’altro teme inconsciamente di tradire la madre e di trovare una donna fagocitante come lei. Sviluppa così una chiara difficoltà nello stabilire un’intimità e un’autentica connessione emotiva con un partner adulto. Cercherà legami sperequati senza una reale progettualità per difendere le sue paure, e il suo immobilismo del cuore. Sul piano sessuale potrà andare incontro a deficit erettivo per un eccesso di ansia – da prestazione e da relazione -, a un’eiaculazione precoce, a causa dell’ambivalente rapporto con la figura femminile, o ritardata a causa dell’iper controllo emotivo. Anche la scelta della donna ideale sarà un cammino irto di difficoltà. Per la madre invasiva nessuna donna può andar bene per l’erede. Troppo alta, troppo bassa. Esigente, intransigente. Accomodante, dimessa. Straniera.

insomma, nell’uno o nell’altro caso una terapia preventiva può scongiurare il peggio. Ignorare o far finta che quella non normalità sia normale perché così fan tutti, avendo come modello quella finta normalità vissuta in età adolescienziale, può portare anche a conseguenze irreparabili. Uno dei casi più eclatanti è stato quella di Anna Maria Franzoni, dove nonostante la donna sia arrivata al gesto estremo, il marito fingeva che in qualche modo, la protezione, o peggio la versione raccontata dalla moglie, fosse esaustiva, convincente. Normale. Questi casi bisogna denunciarli e prevenire, sempre, anche se possono far soffrire, onde evitare il peggio.

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2 Risposte a “Madri violente e manipolatrici, gli effetti dell’amore tossico sui figli. La dott.sa Valeria Randone, specialista in psicologia e sessuologia clinica, è magistrale”

  1. Buongiorno,
    sono la dottoressa Randone, autrice dell’articolo scritto (e commissionato) per La Stampa, testata per la quale scrivo e a cui ho dato l’esclusiva di firma.
    Vi chiedo di rimuovere il mio scritto dal vostro sito, per il quale non ho rilasciato mai nessuna intervista.
    L’articolo è stato copiato in maniera indebita.
    Sarà mia cura avvertire la redazione

    Un cordiale saluto

    Dott. Randone

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