Luca Zaia non le manda a dire: “Rischiamo di perdere la guerra contro l’epidemia. Sia chiaro, è cambiato tutto”

«Si è perso lo spirito della sfida comune, quello che ha segnato l’emergenza di marzo e aprile». Ad affermarlo è Luca Zaia, in un’intervista a Repubblica. «Sul fronte ospedaliero stiamo tenendo, almeno in Veneto. È sul piano sociale che la situazione mi preoccupa, perché è lì che si consuma la vera battaglia. È cambiato tutto rispetto alla prima ondata di primavera. Il Covid non sembra più un problema della comunità, ma del singolo che viene contagiato, del paziente che finisce ricoverato. Siamo passati dal noi all’io. E così rischiamo di perdere la guerra all’epidemia».

«In Veneto sul fronte ospedaliero stiamo tenendo e funziona la medicina territoriale», afferma il governatore. «Su quello sociale meno. Gli assembramenti dello scorso fine settimana nelle nostre città fanno riflettere. E scoraggiano. Bisogna convincere i cittadini a rinunciare allo struscio. E contro gli assembramenti bisogna lavorare tutti insieme, a livello nazionale. Se tutti facessimo ricorso, in maniera direi ossessiva, alla mascherina, se curassimo l’igiene delle mani ed evitassimo uscite e scampagnate, potremmo vivere senza restrizioni. Il lockdown sarebbe una sconfitta. Sarebbe la conferma che non siamo stati capaci di rispettare regole basilari. Ma anche una tragedia immane sotto l’aspetto economico».

La chiusura di tutto? «I cittadini ci aiutino. Dipende in buona parte da loro. Siamo stati i pionieri dei tamponi rapidi, ai quali adesso fanno ricorso in tutta Europa. Il Veneto ora lancerà su vasta scala il test “fai da te” semplice, non invasivo. Lo abbiamo sviluppato in “casa”, col direttore del centro di Microbiologia di Treviso, Roberto Rigoli. Sarà la nostra nuova scommessa», aggiunge Zaia. «E dalle prossime ore comunicheremo a Roma il numero dei positivi ma rapportato a tutti i temponi effettuati, anche i rapidi. L’incidenza dei contagi risulterà molto inferiore».

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