“Le mamme che abortiscono fanno come la mamma della piccola Elena”: la ginecologa-influencer finisce sotto accusa

Monica Calcagni, ginecologa titolare di uno studio privato a Roma e divulgatrice social da 806 mila followers su Tik Tok e 164 mila su Instagram, ha commentato l’omicidio della piccola Elena da parte della madre Martina Patti.

E nel farlo ha tirato in ballo l’aborto, provocando un terremoto social. “L’uccisione della piccola Elena è un abominio, ma non mi sento di puntare il dito contro la madre. Per arrivare a uccidere un figlio bisogna stare veramente male, chissà cosa aveva dentro. Piuttosto, tutti quelli che accusano questa donna, sono gli stessi che non dicono nulla contro le donne che abortiscono. Anche le donne che abortiscono ammazzano i loro figli. Quei bambini non sono mai nati, nessuno li ha mai tenuti in braccio o allattati, ma non è la stessa cosa?”.

Il primo video della ginecologa romana ha scatenato molte critiche, al punto che la dottoressa Calcagni si è sentita in dovere di fare una precisazione: «Il mio video di ieri forse merita qualche chiarimento. Non sono obiettore di coscienza e sono assolutamente a favore della legge 194, non giustifico le donne che uccidono i loro figli ma non mi sento di giudicarle e non voglio sentirmi ipocrita».«La mamma di Elena verrà punita ma non mi sento di giudicarla. Se chi l’accusa col dito puntato sono gli stessi dei movimenti pro-vita, allora sono assolutamente d’accordo con loro. Ma se sono le persone che poi vanno a interrompere la gravidanza, no. E parlo da medico obiettore a favore della legge 194. Ma anche i feti sono vita e una donna che interrompe la gravidanza fa più o meno ciò che ha fatto la mamma di Elena» – spiega la ginecologa romana – «Sono del parere che le donne debbano scegliere cosa fare della loro gravidanza, ma penso che sbaglino a utilizzare la legge 194 come un contraccettivo. Ho conosciuto, da medico, donne che sono state assassine. Non hanno abortito, hanno ucciso i figli lanciandoli dalla finestra. E non sono mostri, sono donne molto sofferenti che si sono pentite amaramente e neanche si sono rese conto di ciò che stavano facendo».

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