Le condizioni dei leader del G7: “Mosca ritiri subito le truppe dall’Ucraina senza porre condizioni”

Il ritiro “immediato e incondizionato” delle truppe russe dall’Ucraina, la conferma delle “sanzioni coordinate” e l’avvertimento sul fatto che le minacce nucleari sono “inammissibili”. Al termine della seconda sessione dei lavori, dedicata alla guerra in Ucraina, i leader del G7 di Hiroshima hanno ribadito la linea di fermezza verso Mosca e il pieno appoggio a Kiev, che ha incassato anche il sì di Joe Biden all’addestramento dei piloti ucraini per la guida degli F16. In giornata, inoltre, è arrivata la notizia che Volodymyr Zelensky parteciperà in presenza al vertice e non da remoto come era trapelato inizialmente.

Le prima sessione era stata dedicata invece all’economia globale. “C’è stata una lettura superficiale dei rischi della globalizzazione, si sono rafforzate le autocrazie, le democrazie si sono indebolite. Dobbiamo riprendere il controllo delle catene strategiche del valore“, ha detto nel suo intervento sul tema il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che oggi ha avuto anche colloqui con il premier britannico Rishi Sunak, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e con il primo ministro canadese Justin Trudeu Quest’ultimo è incappato in un improvvido scivolone sul tema dei diritti Lgbt, dicendosi preoccupato per le posizioni del governo. Un’uscita che ha lasciato “sorpresa” Meloni, la quale ha ricordato al premier canadese che il governo si è limitato a recepire le indicazioni della magistratura rispetto a leggi preesistenti che l’attuale governo non ha modificato.

“Abbiamo bisogno – ha sottolineato ancora Meloni – di una migliore e più efficace collaborazione con il Sud globale. Occorre quindi lavorare insieme per dare forma a un ordine economico internazionale libero e aperto, concentrarci sull’espansione delle relazioni commerciali rimanendo fermi sui principi di apertura, trasparenza, concorrenza leale, perché nessun mercato più essere libero se non è anche equo, e Stato di diritto”.

Nella dichiarazione finale della seconda sessione dei lavori i leader hanno esortato la Russia “a ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe e il suo equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina”. L’aggressione della Russia ai danni di Kiev, si legge ancora nel documento, “costituisce una violazione del diritto internazionale, in particolare della Carta dell’Onu” e “una pace giusta non può essere realizzata senza il ritiro completo e incondizionato di truppe e attrezzature militari russe”.

I 7 grandi hanno ribadito che “rimaniamo uniti nell’imporre sanzioni coordinate e altre azioni economiche per continuare a minare la capacità della Russia di intraprendere la sua aggressione illegale” sull’Ucraina. Fra le misure indicate c’è anche una stretta sull’export dei diamanti russi, per “ridurre le entrare” che ne derivano per Mosca. “Impediremo ulteriormente – hanno aggiunto – l’elusione e l’aggiramento delle nostre misure contro la Russia, anche prendendo di mira le entità che trasportano materiale al fronte”.

Grande attenzione, poi, è stata posta sul tema del nucleare. “Affermiamo che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”, hanno scritto i leader del G7, sottolineando che “la retorica nucleare irresponsabile della Russia, l’indebolimento dei regimi di controllo degli armamenti e l’intenzione dichiarata di dispiegare armi nucleari in Bielorussia sono pericolose e inaccettabili”. “Ribadiamo la nostra posizione secondo cui le minacce da parte della Russia dell’uso di armi nucleari, per non parlare di qualsiasi ricorso alle armi nucleari da parte di Mosca nel contesto della sua aggressione contro l’Ucraina sono inammissibili”.

Contrariamente a quanto emerso in precedenza, quando si era parlato di un collegamento da remoto di Zelensky, oggi è emersa la notizia che il presidente ucraino interverrà invece in presenza a Hiroshima, dopo aver partecipato al vertice della Lega Araba. Dopo le indiscrezioni trapelate sulla stampa giapponese, la conferma è arrivata direttamente dal segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, Oleksiy Danilov. “Verranno prese decisioni molto importanti al vertice del G7, quindi la presenza fisica del nostro presidente è assolutamente importante per difendere i nostri interessi, spiegare, dare proposte chiare e una chiara argomentazione su ciò che sta accadendo nel nostro Paese”, ha detto Danilov. Con l’occasione il presidente ucraino dovrebbe avere anche un incontro con il primo ministro indiano Narendra Modi. Si tratterebbe del primo dall’inizio della guerra.

Intanto Kiev ha incassato il via libera di Washington alla formazione dei propri piloti nella guida degli F16. Secondo quanto emerso, infatti, Biden ha assicurato agli altri leader del G7 che gli Usa sosterranno l’iniziativa comune per l’addestramento, che potrà iniziare “nelle prossime settimane”, durerà mesi, vedrà la partecipazione di addestratori americani insieme a quelli dei Paesi alleati e non si svolgerà negli Stati Uniti, ma probabilmente interamente in Europa. Vi prenderanno parte addestratori americani insieme a quelli dei Paesi alleati, rendono ancora noto le fonti. “Se l’addestramento avverrà nei prossimi mesi, la coalizione di Paesi che partecipano a questa iniziativa deciderà quando effettivamente fornire i caccia, quanti saranno e chi li consegnerà”, ha detto un funzionario dell’amministrazione Usa, sottolineando che “le discussioni sul miglioramento delle forze aeree ucraine riflettono il nostro impegno a lungo termine per l’autodifesa dell’Ucraina”.

“Accolgo con favore la storica decisione degli Stati Uniti e del presidente americano Joe Biden di sostenere una coalizione internazionale di jet da combattimento”, ha commentato su Twitter Zelensky. “Questo – ha aggiunto – migliorerà notevolmente il nostro esercito nel cielo. Conto di discutere l’attuazione pratica di questa decisione al vertice G7 di Hiroshima

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