La truffa del falso allarme dalla banca. Raggirano 80enne per 240mila euro

By Paola Fucilieri

Raggirato dallo spoofing, una tecnica che consente (via Internet, tecnologia Voip) di chiamare alterando il reale numero telefonico con un’utenza nota. È così che un milanese di 80 anni ha creduto senza alcuna riserva alla chiamata di uno sconosciuto qualificatosi come «operatore del servizio antifrode» della sua banca che lo avvisava di spostare i suoi risparmi verso conti «sicuri» e di farlo in fretta. «Deve assolutamente mettere in sicurezza il suo capitale, il suo telefono e i conti collegati risultano sotto attacco informatico, potrebbe rimanere vittima di prelievi non autorizzati». Linguaggio garbato e asettico, una leggera ma professionale vena di ansia nel tono e, naturalmente, il numero del telefono del suo istituto bancario in bella vista sul display telefonico, l’anziano non ha avuto dubbi che quella dello sconosciuto fosse l’indicazione giusta da seguire, anzi l’unica. Senza contare che per spostare tutti i suoi risparmi su conti «sicuri» bastava cliccare sul link già ricevuto tramite sms e apparentemente riconducibile proprio al servizio clienti della sua banca. Un «click» che un anno fa era costato all’anziano i risparmi di una vita, 240mila euro finiti su altri conti bancari.

A scoprire la banda di truffatori che, in 3-4 anni di attività, di raggiri come questi ne ha messi a segno davvero tanti, sono stati gli investigatori del Cosc Lombardia, il Centro operativo per la sicurezza cibernetica guidati dalla dirigente Tiziana Liguori. La polizia postale è partita da quanto accaduto al pensionato sotto la Madonnina, quindi ha indagato ad ampio raggio risalendo piano piano a un gruppo di 18 persone di cui sette residenti nel Casertano, otto a Napoli, due a Battipaglia (Sa) e uno a Livorno, tutte indagate in concorso per truffa aggravata.

«Si tratta perlopiù di nostre vecchie conoscenze, uomini e donne riconosciuti come truffatori di lungo corso – ci spiega Tiziana Liguori -. Per rintracciarli siamo partiti proprio dal conto corrente del milanese truffato e abbiamo investigato. Va detto che la prevenzione in casi come questi è fondamentale, la gente deve sapere ad esempio che le banche non chiedono mai ai propri clienti – né per telefono né per email – di eseguire movimentazioni di somme di denaro o di comunicare le proprie credenziali di accesso ai servizi di home banking. Lo spoofing è molto diffuso: negli ultimi tempi abbiano identificato anche un gruppo di truffatori che, qualificandosi come poliziotti della Postale, riuscivano a far apparire sui display il numero del nostro centralino e raccontavano la solita storia, ovvero che avevano arrestato un parente e che per qualche complicanza amministrativa avevano bisogno di denaro per poterlo liberare. Purtroppo questo tipo di raggiro funziona con molti anziani».

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