La marcia di Fabio Fazio sulla Meloni: torna e schiera il solito “plotone” di esecuzione contro la leader di Fdi su Rai3. Letta e Giannini sparano a zero

E’ partita anche la “sponda” diFabio Fazio a dare manforte allo schieramento anti Meloni e cannoneggiare contro il governo del centrodestra prossimo venturo dal servizio pubblico, sponda Rai3.  Alla prima puntata di “Che tempo che fa è subito “plotone d’esecuzione”: ospiti non casuali, Enrico Letta sul fronte dei politici e il sempre avvelenato Massimo Giannini, direttore della Stampa: una garanzia. Già arruolato prima durante e dopo la campagna elettorale per gettare veleno (e fango) sulla leader di FdI. Insomma, Fabio Fazio schiera l’artiglieria pesante. E infatti la faccia di Giannini è tutta un programma mentre esclama: “Sono molto preoccupato. La Meloni è alleato del partito neofascista spagnolo e questo davvero mi preoccupa molto”. Fazio annuisce. All’anima del servizio pubblico e dell’onestà intellettuale.

Il messaggio vocale inviato dalla leader di FdI a Vox ha mandato tutti ai matti. Un discorso ampio, di prospettiva europea, dal quale Giannini ricava solo un elemento banalizzante: “Credo che l’Italia sarà come la Polonia e questo ovviamente mi piace poco. Ripeto sono molto preoccupato per un governo a guida Meloni, sono preoccupato per il Paese“. E’ chiaro che il direttore della Stampa non ha ascoltato un parola del discorso. E questo piagnicolare  e seminare preoccupazione verso un governo eletto con un ampio mandato popolare, in prima serata sul servizio pubblico, è imbarazzante per la Rai stessa. La propaganda di sinistra sulla Rai fa il paio con quanto accaduto con Marco Damilano e Henry Levi,che invitava a sovvertire le indicazioni deglie elettori.

Con quale idea di democrazia e pluralismo va in onda la trasmissione è confermato dall’intervento di  Tito Boeri. Subito dopo le parole di Giannini e dopo il silenzio imbarazzante di Fazio. L’ex presidente dell’Inps è intervenuto per demolire Quota 41, il piano previdenziale che vorrebbe assolutamente ritoccare la Legge Fornero. A tutti lorsignori va benissimo evidentemente mantenere lo status quo con una pensione a 67 anni.

In tutto questo parterre agguerrito contro la destra spicca lo stato confusionale di Enrico Letta.  “Gli italiani ci hanno dato un mandato chiaro per l’opposizione“. Bizzarra la sua chiave di lettura del voto: secondo il segretario pro tempore del Pd non c’è stata una sconfitta ma semplicemente un voto al Pd con una collocazione precisa: l’opposizione al governo Meloni. Se gli elettori non sono masochisti, il mandato glielo avrebbero dato per governare. Ma tant’è. E poi la frase d’esordio durante l’intervista ha fatto rabbrividire i suoi: “L’Italia ha bisogno di più immigrati”. Il che dopo una sconfitta, con gli italiani alle prese con una delle più gravi crisi economiche, non era forse l’incipit più galvanizzante per il morale delle sue truppe.

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