By Gaetano Daniele
Le donne, che invenzione. Senza, saremmo zero. Lo ammetto, detesto i social, li uso solo per monetizzare, anche se le notizie che pubblichiamo fotografano ciò che accade in Italia, in Europa, nel mondo. Quindi vale sempre la pena informarsi, restare aggiornati, su ith24.it.
Sento parlare spesso di donne, guai chi me le tocca: belle, meno belle, intelligenti, meno colte. Sono donne, ognuna di loro, ha sempre qualcosa da insegnarti. È un mondo dal quale sono sempre rimasto affascinato. Poi, la cosa buffa, è che riescono sempre a sdrammatizzare. Stamattina, da un basso di Napoli, una ragazzina molto discussa del quartiere, più volte abbandonata dalla mamma per situazioni economiche, nonostante la stessa mamma sia stata più volte in carcere per truffa aggravata e continuata, ha pubblicato un post, lo riscrivo in Italiano corretto solo perché ci leggono anche al nord: “Auguri a tutte le donne ma soprattutto alla mia mamma che mi ha insegnato l’onestà e l’umiltà. Grazie mamma per tutto quello che hai fatto per me”. Ciò a significare che i peccati dei genitori non si possono mai ripercuotere sui figli. Ci mettono al mondo, poi spetta a noi scegliere cosa essere. Si dice anche che chi tende ad ostentare onestà ed umiltà, non ne ha. Come chi nasce in certi contesti è destinato a seguirne le orme. Ma io non ci credo. Voglio solo dire che se quella ragazzina ha deciso di fare lo stesso mestiere della mamma (vittimismo) e si nasconde dietro frasi fatte, lascia il tempo che trova. Ma ha avuto la intelligenza, per vero o per finta, di dedicare quelle parole alla mamma. Di sentirsi per un attimo normale. Ed io la apprezzo, tantissimo. I social servono anche come terapia. Chi ci vieta dal pubblicare una cazzata. Del resto chi cazzo ci conosce? Come quel signore a Ottaviano che inveii contro l’operatore di striscia la Notizia affermando che Raffaele Cutolo era un signore, e che aveva più dignità di chi lo intervistava. Come cambi quella mentalità? Ma potrei continuare per ore. Come Donatella Di Cesare, docente di Filosofia teoretica all’università “La Sapienza” di Roma che spesso vediamo su La7 pontificare contro il governo. Su X ha ricordato così la brigatista Barbara Balzerani: “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee”. Nel leggere un post del genere non possiamo non porci il problema sull’opportunità che una docente con queste idee abbia nelle sue mani la formazione dei nostri studenti. Le aule non dovrebbero essere palestre di indottrinamento. E certe nostalgie, come anche certi professori, non dovrebbero più salire in cattedra. Quindi perché criminalizzare una donna che posta e ricorda la mamma, fingendo che sia onesta e umile. Qual è il problema? Anzi. La invito a pubblicarne di più. Fregatene. Non devi dare conto a nessuno.
Rifacendomi alle donne, ormai, hanno già raggiunto la parità e lo dicono i fatti: la maggioranza degli avvocati, per esempio, è donna. Ci sono ancora eccezioni, certamente, ma mi irrita sentir dire che le donne rispetto agli uomini guadagnano meno: non è possibile perché nel nostro Paese esistono contratti di lavoro collettivi che non distinguono tra maschio e femmina. Sia nel pubblico che nel privato.
La verità è che le donne si sono conquistate la loro indipendenza soprattutto studiando: fino al secolo scorso era difficile che una ragazza s’iscrivesse all’università, poi le porte degli atenei si sono spalancate anche per loro. Le donne studiano, meglio e di più degli uomini, sono più tenaci e devono dimostrare a se stesse e agli altri di essere all’altezza dei compiti che vengono loro assegnati.
Sono convinto che non sia il caso di fare una questione sui termini che vengono utilizzati, è una pratica oziosa. Le donne non solo hanno raggiunto la parità, ma nella maggior parte dei casi, grazie all’applicazione, la sensibilità, l’intelligenza, alla resistenza, sono più brave degli uomini. Io non voglio festeggiare l’8 marzo, voglio festeggiare le donne: nel mio Sito ce ne sono tante e brave. Hanno il problema della maternità e a volte non sanno a chi far accudire i loro figli. E chi ha figli, a volte si dimena, questo dicono: non lascerei mai mia figlia sola per divertimento, ho bisogno di lavorare. Allora io ho aperto le porte dell’ufficio anche ai bambini. Forza donne, non fatevi intimidire da nessuno, siete superiori. W la Figa!