La blasfemia firmata Elly Schlein: la casa è un diritto fondamentale, ma vuole tassare i proprietari degli immobili

Elly Schlein vuole più tasse sulle abitazioni, ma poi afferma che la casa è un diritto fondamentale. L’incoerenza della segretaria dem si fa sentire sempre di più, specialmente su temi particolarmente vicini ai cittadini. Il 70,8% degli italiani è proprietario della casa in cui vive e il valore complessivo ammonta a 6mila miliardi di euro.

Al Festival dell’economia di Trento Elly Schlein ha affermato: “Dobbiamo pensare a perché la tassazione sulle rendite fiscali e immobiliari è così bassa”. La segretaria dei dem ha poi invocato una “riforma del catasto in un senso più equo”. In sintesi la rappresentate del Pd è convinta che per ridurre le imposte che gravano su imprenditori e lavoratori sia necessario spremere ancora di più i proprietari delle case. Secondo i dati del MEF del 2020, in Italia tre famiglie su quattro vivono in una casa di proprietà. Questo aspetto dovrebbe far riflettere la segretaria del Partito Democratico che evidentemente ha notato quanto le sue affermazioni in merito alle tasse sugli immobili siano state criticate e, per questa ragione, nel giro di poche settimane ha rivisto la sua posizione

La Schlein ha poi fatto retromarcia, dopo essersi accorta di quanto il tema tasse sugli immobili sia importante, ha detto in una trasmissione tv che la casa è un diritto fondamentale. I numeri che abbiamo citato lo confermano e la patrimoniale dedicata agli immobili risulta già elevata. Attualmente la tassa a carico del mattone è pari a 22 miliardi di euro l’anno, ovvero a 373 euro per ogni italiano, neonati inclusi. Elly Schlein in precedenza sosteneva che se si vogliono ridurre le imposte che gravano sui lavoratori e gli imprenditori, la soluzione non è tagliare la spesa pubblica, ma penalizzare ancora di più i proprietari degli immobili.

Una lezione che smentisce l’idea della Schlein sulla patrimoniale riguarda il modello norvegese. Da due anni la Norvegia è governata dal centro-sinistra che ha alzato l’imposta patrimoniale. Fino al 2022, gli individui con patrimoni netti superiori a 1,7 milioni di corone, ovvero a 144.000 euro, erano tenute a pagare fino allo 0,7% ai comuni di residenza e un altro 0,3% allo stato centrale. Con la novità voluta dal governo la patrimoniale complessivamente arriva all’1,10%. Il risultato? Diverse persone particolarmente abbienti hanno trasferito la residenza in Svizzera per sfuggire all’imposta. Le casse pubbliche norvegesi potrebbero però perdere oltre 540 milioni di euro sugli 1,35 miliardi incassati nel 2019 attraverso la patrimoniale. La Norvegia ha quindi aumentato l’imposta con la finalità di avere più gettito con cui il governo avrebbe redistribuito la ricchezza. Il risultato è che si ritroverà meno liquidità e, quindi, potrà aiutare di meno i cittadini bisognosi.

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