La giustificazione di Grillo: “Ho la coscienza pulita”. Ma nel mirino degli inquirenti ci sono le chat con Onorato

Sono una dozzina, forse quindici, le chat ritenute rilevanti e su cui si concentrano gli inquirenti che indagano sull’armatore Vincenzo Onorato e sul garante M5S Beppe Grillo. Entrambi sono indagati per traffico di influenze illecite per contratti pubblicitari che – secondo la procura di Milano – celerebbero presunte pressioni politiche per favorire la compagnia di navigazione. Come riporta l’Adnkronos è quanto emerge da fonti investigative.

La procura di Milano è partita dall’analisi delle conversazioni tra Onorato e Grillo, legati da un’amicizia lunga 45 anni, in cui emergerebbero conversazioni incentrate sulla crisi di Moby e delle problematiche legate al settore dei trasporti. Richieste di aiuto su cui resta da valutare il peso penale.

L’Adnkronos anticipa che, sempre secondo quanto si apprende da fonti investigative, inizierà “nei prossimi giorni” l’analisi del materiale informatico sequestrato nell’inchiesta della procura di Milano. Ieri, su delega del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e del pm Cristiana Roveda, gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano hanno eseguito le perquisizioni in due società, Beppe Grillo srl e la Casaleggio Associati, e presso cinque persone (non indagate) che potrebbero avere materiale ritenuto interessante per ricostruire rapporti e contratti tra Grillo, la Casaleggio e il gruppo Onorato.

L’ipotesi accusatoria è che dietro a contratti pubblicitari – 240mila euro in due anni a favore dell’ex comico genovese e un contratto triennale di 600mila euro l’anno per la Casaleggio Associati – si nascondano richieste di pressioni politiche per favorire la compagnia di navigazione.

Ipotesi accusatoria che, come riporta l’Adnkronos, potrebbe essere dimostrata attraverso le chat conservate nei cellulari di Onorato e in quelli sequestrati ai cinque non indagati. Così come elementi utili alle indagini potrebbero emergere da documenti, contratti corrispondenza, appunti e hard disk finiti nelle mani della Guardia di finanza. La mole di carte sequestrate non sarebbe enorme, ma ci vorrà comunque tempo per analizzarla nel dettaglio e con le cautele del caso.

Lo descrivono molto amareggiato, basso profilo e poca voglia di parlare. A chi lo ha raggiunto ieri, Beppe Grillo ha detto semplicemente di avere la “coscienza pulita” riguardo l’inchiesta della Procura di Milano che lo vede coinvolto, dicendosi “dispiaciuto e amareggiato per i tempi” dell’indagine, raccontano all’Adnkronos fonti vicine al garante del M5S. Oltre alla chiamata del leader del Movimento Giuseppe Conte, nella serata di ieri, tanti i messaggi di solidarietà arrivati a Grillo dai 5 Stelle, non solo parlamentari ma anche membri del governo e del sottogoverno.

Pubblicato da edizioni24

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