“John Fante e la strada per l’Italia”: giovedì alla Camera il convegno sullo scrittore “tra Abruzzo e Colorado”

La figura di John Fante, la sua attualità, il suo anticonformismo e il suo legame con il nostro Paese saranno al centro del convegno “John Fante e la strada per l’Italia. Identità, discendenza e appartenenza nell’opera di John Fante, tra l’Abruzzo e il Colorado”, che si terrà giovedì 13 luglio dalle 18, nella Sala Tatarella della Camera dei Deputati, in via degli Uffici del Vicario 21.

All’incontro interverranno il docente universitario Marco Leonardi, i giornalisti Luciano Lanna e Sandro Solinas, e l’attore e regista teatrale Stefano Angelucci Marino, abruzzese come Fante. La conclusioni saranno affidate al capogruppo di FdI in Commissione cultura a Montecitorio e promotore dell’appuntamento, Alessandro Amorese.

Nella nota di presentazione si ricorda una citazione di Fante: “Mi farò mettere contro il muro e sparare prima di sottoscrivere il marxismo da salotto di uno stupido gruppo di laureati di Harvard”, a testimonianza di quanto lo scrittore, morto a Los Angeles nel maggio del 1983, avesse compreso i rischi di certe derive liberal, che oggi trovano una delle loro espressioni più evidenti nella cancel culture.

Narratore, sceneggiatore, ma soprattutto scrittore e creatore di personaggi, italoamericani come lui; profondamente anticomunista e anticonformista, John Fante ha insegnato ad almeno tre generazioni di lettori cosa significasse, ogni giorno, vivere l’appartenenza ad una comunità e ai suoi valori, senza per questo dover rinunciare ad impegnarsi alla realizzazione dei propri sogni. Mai e poi mai «inghiottire e difendere principi di cui non sanno nulla».

Fante, ricordano inoltre gli organizzatori, è stato forse il più grande scrittore italoamericano. Se ha senso considerare la nostra cultura fondata soprattutto sull’elemento linguistico-identitario, base della nostra nazionalità, potremmo tutto sommato considerarlo uno scrittore italiano tout court, anche se scriveva in inglese. Fante, nato a Denver nel 1909, del resto, negli Usa è stato considerato troppo a lungo soltanto uno scrittore minore, espressione marginale della letteratura etnica nord americana, proprio per via delle sue “impresentabili” origini italiane, e solo dopo la morte – e grazie a Charles Bukowski – si è imposto come un clamoroso caso letterario. Per le prenotazioni scrivere all’indirizzo email [email protected].

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