L’opposizione di sinistra, trova nuovi leader, fuori Elly Schlein e Giuseppe Conte. Dentro Ghali, Dargen D’Amico e Geolier. E vaiii

By Domenico Di Sanzo

Fuori Elly Schlein e Giuseppe Conte. Dentro Ghali e Dargen D’Amico. Ma nel campo largo versione Sanremo c’è spazio pure per tale Tedua e per Geolier. Sempre meglio di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. E poi i rapper litigano comunque meno rispetto a Matteo Renzi e Carlo Calenda. Se prima i progressisti cercavano i leader all’estero adesso li trovano sul palco dell’Ariston. Si parte con la grillina Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza Rai. Floridia colloca Ghali nel suo pantheon. «Ciascun artista deve sentirsi sempre pienamente libero di esprimere le proprie opinioni. Così ha fatto Ghali, così hanno fatto altri artisti», spiega Floridia. Il censore sarebbe l’ad della Rai Roberto Sergio, colpevole di avere diffuso una nota in cui esprimeva la sua solidarietà a Israele, accusato di «genocidio» da Ghali e dal suo pupazzo. Floridia dipinge Sergio alla stregua di un repressore: «Il suo intervento è sembrato avere l’intenzione di stigmatizzare la libera espressione delle opinioni di alcuni artisti». Funziona così: i cantanti possono dire la qualunque, ma l’ambasciatore israeliano deve stare zitto. Lo dichiara il leader dei Verdi Angelo Bonelli: «L’ambasciatore israeliano eviti di intromettersi».

Il Pd non è da meno. Dopo avere linciato Piero Fassino sui social per avere detto che bisognava ricordare le vittime di Hamas, la sinistra ritrova la sua bussola in Laura Boldrini. «Non giova a Israele tentare di censurare la libertà di pensiero in un paese democratico. Bravo Ghali che non si è lasciato intimidire», sottolinea Boldrini. Che da una realtà parallela ci informa che «l’ambasciatore di Tel Aviv può ottenere che la Rai censuri un cantante». L’ex ministro Andrea Orlando accusa la Rai di «ottusità censoria». Il deputato dem Emiliano Fossi inserisce Mara Venier nel bestiario dei censori perché «zittisce Dargen mentre parla di persone migranti». Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione del Pd, dice che Dargen è stato «censurato da Telemeloni». Intanto Ghali si becca un’ospitata da Fabio Fazio, domenica a Che tempo Che fa, sul Nove. Alessandro Zan, deputato Pd, santifica i due cantanti: «Ghali e Dargen, con un messaggio di pace, hanno mostrato tutta la debolezza di questo sistema di potere». Bonelli e Fratoianni pretendono «solidarietà da Sergio per le vittime palestinesi». Ed ecco Sandro Ruotolo, fedelissimo di Schlein: «Gravissimo che la Rai censuri gli artisti». Da Verdi e Sinistra arriva il messaggio vagamente minaccioso nei confronti di Fassino del vicecapogruppo di Avs alla Camera Marco Grimaldi: «Piero, se fossi in te la smetterei». E poi c’è Roberto Saviano. Lo scrittore, negli scorsi giorni, aveva elevato il rapper Geolier a simbolo della questione meridionale e della lotta contro l’autonomia differenziata. «Oggi con l’autonomia differenziata si realizzerà, per legge, la rimozione della questione meridionale: e rompete le scatole a Geolier?», aveva detto Saviano dopo la vittoria del cantante napoletano nella serata cover. E ora va all’attacco sulla presunta censura: «Sergio censura, i vertici Rai incarnano un paese vecchio e pavido». Mentre il padre di Giovanbattista Cutolo, giovane musicista ucciso a Napoli ad agosto con un colpo di pistola da un balordo minorenne, critica il sindaco Gaetano Manfredi per l’onorificenza cittadina concessa a Geolier. «È uno dei miti dell’assassino di mio figlio, un impresentabile», dice papà Franco.

Da segnalare anche il post di Nadira Haraigue, esponente dem italo-algerina, nella segreteria del Pd della Lombardia. Haraigue ricorda l’esibizione di Tedua sulla nave Costa Smeralda a Sanremo, quando sono comparse bandiere palestinesi e cartelli con la scritta «Stop genocidio». Poi conclude: «Israele è uno Stato criminale». Schlein cosa ne pensa?

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