Inizia ad emergere la verità: “Esclusa somministrazione del Ghb”. I legali di La Russa jr soddisfatti della perizia della procura

By Francesca Galici

Gli avvocati di Leonardo Apache La Russa, Adriano Bazzoni e Vinicio Nardo, indagato con l’amico Tommaso Gilardoni per la presunta violenza sessuale ai danni di una ragazza di 22 anni, si dicono soddisfatti per le conclusioni della consulenza disposta dalla procura di Milano, che “confermano in maniera assoluta che i livelli di Ghb rilevati nel capello della ragazza sono costanti nell’arco dei cinque mesi esaminati e che tali livelli escludono assunzioni esterne”. Il che, spiegano i legali, sottolinea che “se ci fosse stata una assunzione, secondo i dati scientifici riferiti anche dal nostro consulente, sarebbe sicuramente emersa, cosa che non è avvenuta”.

Il tossicologo forense Domenico Di Candia, nella consulenza disposta dalla Procura di Milano su 5 segmenti dei capelli della ragazza rappresentativi di un “arco temporale di circa 5 mesi” dal prelievo del luglio 2023, spiega che le analisi “hanno evidenziato una concentrazione fisiologica della molecola”. La presenza, scrive il consulente, è in concentrazioni “sovrapponibili a quelle comunemente attese in soggetti non consumatori della molecola”. Secondo lo specialista dell’Università degli Studi di Milano “non è possibile esprimersi in riferimento ad una singola somministrazione di Ghb”, perché “non avrebbe prodotto un’apprezzabile variazione delle concentrazioni rilevate”.

Rispetto alla singola “circostanza, indicata dal perito” della Procura di Milano, proseguono Bazzoni e Nando “che una singola assunzione non sarebbe comunque rilevabile”, questa non “trova fondamento scientifico“. Secondo gli avvocati, infatti, “lo stesso perito non ne fa cenno alcuno e, soprattutto, non si capirebbe, in tal caso, che senso avrebbe avuto la perizia”.

Il capello della 22enne è stato prelevato a luglio 2023, pochi giorni dopo la denuncia, in occasione del primo colloquio avuto con la pm Rosaria Stagnaro e l’aggiunto Letizia Mannella che indagano sui fatti.

L’analisi del capello effettuata sulla vittima permette di risalire a un consumo antecedente 6 mesi rispetto al prelievo ma, in questo caso, non sono stati rilevati livelli anormali.

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