
Non c’è modo di fermare Putin se non con le armi. Il vicesindaco di Mariupol, una delle più importanti città ucraine, si rivolge direttamente “ai leader della Nato”. E chiede l’invio di truppe in Ucraina, un “supporto militare diretto”, denunciando una “guerra alla democrazia”
“Non c’è modo di fermare Putin, di impedirgli di uccidere i nostri civili dal cielo”, è l’appello disperato. “Fin quando la Nato non si sveglierà e capirà che non è un conflitto regionale. È una guerra alla democrazia, alla libertà”, ha detto Sergei Orlov alla Bbc. “Sembra che i leader della Nato – ha incalzato – non capiscano che Putin non si fermerà, sono spaventati ed è deplorevole”.
Orlov ha detto di sperare che “un giorno comprendano che è assolutamente necessario fornire supporto militare diretto all’Ucraina. Per fermare Putin o almeno chiudere il nostro spazio aereo per proteggerci dalle minacce dal cielo”. “Sappiamo – ha concluso il vicesindaco di Mariupol – già che è pronto a uccidere tutti i civili che vuole”.
Secondo l’intelligence britannica la città portuale di Mariupol, nel sud dell’Ucraina, ”resta sotto il controllo ucraino, ma resta accerchiato dalle forze russe”. Quella trascorsa è stata comunque una notte di continui scontri e di bombardamenti, conferma il ministero della Difesa britannico. I funzionari della città dicono che ”saremo distrutti” e parlando di bombardamenti ”implacabili”. Il sistema elettrico e idrico è già stato messo fuori uso. Tagliate anche le comunicazioni telefoniche, così come la consegna di cibo. La situazione drammatica di Mariupol è stata anche denunciata ieri dal sindaco della città (video)