Il papocchio dei parlamentari 5Stelle contro i loro ministri: “Hanno fallito”. Crimi sotto accusa

La nostra squadra ha fallito. L’ammissione è dura. Ma necessaria mentre la rabbia cresce. Nel giorno più brutto per loro, nel giorno dell’addio – forse provvisorio – di Conte, i 5Stelle si azzuffano. E i parlamentari attaccano i colleghi a Palazzo Chigi. E se la prendono con il mancato coinvolgimento. Nelle chat circolare sospetti sui ‘contiani’. 

Nelle ore che precedono la riunione di deputati e senatore è tutto un correre di accuse pesanti. I ministri hanno sbagliato tutto.  E il reggente Crimi viene processato. Lui prova a reggere.  “Senza di noi non c’è nessun governo. Dobbiamo essere fermi nell’indicare la strada. Siamo i garanti del Recover. Che non deve essere gestito dalla Lega. Non ci sono alternative a Conte”. Gioca la carta della compattezza contro l’avversario sovranista.

«Basta temi divisivi”, dice. E qualcuno lo deride, “sembra Franceschini”.  Dopo la salita del premier al Colle i grillini vivono ore di fuoco. Sul tappeto le consultazioni del capo dello Stato. Che fare? Che dire?  Ovviamente l’avvocato del popolo non si molla. Non si può. Ma per qualcuno invece va lasciato al suo destino. Sono in un vicolo stretto. L’indirizzo più naturale è il Conte ter. Anche se nei corridoi circolano nomi di grillini come possibili premier alternativi. Si parla del presidente della Camera Fico, di Di Maio, che non sarebbe sgradito a Renzi. Ma anche di Patuanelli.

Intanto un po’ di fuffa parlando di programma non guasta. E la dirigenza grillina decide di lavorare a un pacchetto di riforme da esibire ai possibili ‘responsabili-costruttori’. Guarda caso molto simili a quelle citate da Conte nel suo post serale. Ma la compattezza resta un’incognita mentre la base del movimento è in subbuglio, ‘non possiamo morire con Conte’. Di Maio non nasconde i problemi. “Basta fughe in avanti, bisogna restare uniti intorno a Conte per dare una direzione al Paese”.

Ma tutto lascia presagire che non verrà ascoltato. C’è l’ingestibile e ribelle Alessandro Di Battista. Che di possibili alleanze con Italia Viva non vuole neppure sentire parlare. “Non cambio linea”, ripete Dibba. Che di idee ne ha cambiate molte in passato. Le fibrillazioni aumentano quando Crimi pubblica un post in cui apre all’assessorato in quota M5S nella giunta pugliese. “Si piega ad Emiliano”, protestano i parlamentari, come riporta il Corriere della Sera. Il vertice si conclude la richiesta di un cambio di passo. Alcuni vogliono la sostituzione del ministro Bonafede e del sottosegretario Fraccaro. La misura è colma. La pazienza dei gruppi alla Camera e al Senato sembra finita.

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