Il centrodestra spreca un’occasione: regala la Sardegna alla Todde

Per il centrodestra arriva una prima bruciante sconfitta elettorale dopo il trionfo alle Politiche del 25 settembre 2022 che lo aveva fatto balzare al governo del Paese: la coalizione di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia perde la sfida diretta contro il centrosinistra. Dopo più di diciotto ore dall’inizio dello spoglio – che è sempre proceduto molto a rilento fin dall’inizio – il sito ufficiale della Regione Sardegna fornisce dei dati ufficiali sulle elezioni regionali che sono dunque pressoché definitivi: su 1.818 sezioni scrutinate su 1.844 Alessandra Todde (Pd, 5 Stelle, Verdi e Sinistra) vince con il 45,4% (328.969), contro Paolo Truzzu (centrodestra unito) inchiodato poco sotto al 45% (326.443). Il divario tra i due candidati è stato minimo per tutto il pomeriggio e l’ufficialità del vincitore è arrivata poi in tarda serata, con la candidata pentastellata che ha ormai staccato definitivamente il rappresentante di Fratelli d’Italia. A seguire ci sono Renato Soru per Azione e +Europa all’8,6% (62.608) e la civica Lucia Chessa all’1% (7.077).

Cagliari, in 170 sezioni su 173, l’esponente grillina si trova al 53%, con il sindaco del capoluogo sardo al 34,5%. Dalla circoscrizione di Oristano arriva il voto di tutte e 36 le sezioni e si registra la vittoria di Truzzu su Todde con percentuali del 46,5% dei consensi contro il 40,1%. A Sassari (137 sezioni su 140) Todde 53,3%, Truzzu 36,6%. A Nuoro città (44 seggi su 44) il “campo largo” registra il 53,84% dei consensi contro il 32,78% del centrodestra. Nella città di Olbia Truzzu sconfigge con oltre dieci punti distacco la Todde. Secondo i dati del sito del Comune (scrutinate 54 sezioni su 54) è 52,4%, Todde 41,6%.

L’incertezza è destinata a durare ancora un po’. E da questo punto di vista diventano interessanti, nel calcolo complessivo del risultato regionale, anche i dati delle varie liste che sostengono i vari candidati a governatore. Il centrodestra sfiorerebbe la soglia del 50% (48,8) grazie al 13,7% di Fratelli d’Italia, il 7% di Forza Italia, il 6,7% dei Riformatori Sardi, il 5,5% del Partito Sardo d’Azione e il 3,8% della Lega. Il centrosinistra ottiene invece il 42,6%: merito del 13,9% del Partito Democratico – che al momento è il partito più votato in Sardegna -, il 7,8 % del Movimento 5 Stelle e il 4,6% di Alleanza Verdi-Sinistra. Sotto le preferenze ottenute dal nome scelto per diventare presidente sono i voti presi dal terzo polo in appoggio a Soru (7,8%), con +Europa/Azione attorno all’1,6%. Questo quadro delinea una situazione che conferma come la possibilità del voto disgiunto abbia contribuito a generare questo testa a testa tra Truzzu e Todde, in favore di quest’ultima. Lo spauracchio “minacciato” della lista del governatore uscente Christian Solinas si è puntualmente materializzato, stanti proprio quei tremila voti di differenza (4%) per il centrodestra che è costata la sua sconfitta.

Dopo il voto tenuto nella sola giornata di domenica 25 febbraui e chiuso alle ore 22, questa mattina alle ore 7 è cominciato lo spoglio per decretare chi avrà vinto le elezioni regionali della Sardegna: in ballo c’è la successione a Christian Solinas come governatore dell’isola. I quattro candidati in lizza per il successo erano Paolo Truzzu (sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc Sardegna, Democrazia cristiana con Rotondi, Partito Sardo d’Azione, Riformatori Sardi, Sardegna al Centro 20Venti e Alleanza Sardegna-Partito liberale italiano), Alessandra Todde (Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Demos, Partito socialista italiano, Sinistra futura, Orizzonte comune, Fortza Paris, Progressista e Uniti per Alessandra Todde), Renato Soru (+Europa-Azione-Upc, Italia Viva, Partito della Rifondazione comunista – Sinistra europea, Liberu, Movimento progetto Sardegna e Vota Sardigna) e Lucia Chessa (Sardigna R-esiste).

“Paghiamo il fatto che forse, in cinque anni, non abbiamo governato proprio brillantemente. Io sono sempre ottimista, la partita si gioca fino all’ultima sezione”, afferma Salvatore Deidda, deputato sardo di Fratelli d’Italia, commentando i dati del voto in Sardegna che vedono in vantaggio Alessandra Todde. Tra i pochi a parlare nel quartier generale di Paolo Truzzu all’hotel Regina Margherita di Cagliari – dove fin dalle prime ore il clima era caratterizzato da forte pessimismo – è Michele Cossa (Riformatori) che spiega come “non ci aspettavamo un dato così negativo a Cagliari e che, nel risultato ha giocato molto anche l’esperienza della giunta regionale precedente”. “Mi aspettavo questo risultato a Cagliari, sapevo che non sarebbe stata una passeggiata“, osserva il parlamentare meloniano.

“Quando ci saranno i risultati definitivi parleremo”, ma negli equilibri dei partiti della maggioranza “non cambia nulla”. Lo ha detto il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, lasciando Palazzo Chigi – al termine del Consiglio dei Ministri – interpellato sulle eventuali ripercussioni per la coalizione di centrodestra dei risultati delle elezioni regionali in Sardegna. “Siamo tutti calmissimi, Nessuno è nervoso. Siamo serafici”, sono le parole del leader azzurro incalzato dalle domande dei cronisti. “Faremo un comunicato congiunto? Aspettiamo i risultati finali”, taglia corto Tajani.

“Con tutte le cautele del caso, la tendenza non mi pare particolarmente positiva. Probabilmente c’è il dato del giudizio sulla giunta uscente e il candidato individuato al posto del presidente uscente non ha ribaltato un giudizio che era negativo – sostiene capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, a L’Aria Che Tira su La7 -. Noi abbiamo preso quella decisione che era molto difficile perché, cito la classifica dei presidenti di Regioni che stila il Sole 24 ore periodicamente, purtroppo i giudizi non erano particolarmente positivi. Anche Truzzu, ottima persona, nella classifica analoga dei sindaci del Sole 24 Ore, non svettava ai primi posti”, ha aggiunto.

Erano 1.447.753 (709.837 uomini e 737.916 donne) i cittadini sardi chiamati al voto nelle 1.884 sezioni dell’isola ripartite nei 377 comuni. I dati definitivi provenienti dall’affluenza alle urne dopo le ore 22 di domenica 25 febbraio hanno detto che, in occasione dell’elezione del presidente e dei 60 consiglieri della Regione Sardegna (da scegliere tra 1.416 candidati), si è recato ai seggi elettorali il 52,3% degli aventi diritto, contro il 53,7% di cinque anni fa alla stessa ora. In termini assoluti hanno deposto le schede nelle urne 758.252 elettori. Nelle elezioni regionali del 2014, invece, avevano votato 774.031 elettori su 1.480.332 aventi diritto al voto (52,8%). A Cagliari città ha votato il 55,32%, un dato in calo rispetto al 58,93% di cinque anni fa. Non sono stati previsti exit pool in questa occasione: una cautela presa visto il precedente del 2019, quando le dichiarazioni degli elettori ai seggi indicarono fermamente un testa a testa tra Solinas e Zedda. Un quadro che si rivelò completamente opposto allo spoglio e che scatenò le polemiche, soprattutto contro i sondaggisti e la Rai che commissionò il sondaggio.

Pubblicato da edizioni24

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