Immigrazione, sciolto il nodo sui falsi minorenni: più soldi agli agenti e pugno duro contro chi delinque

Espulsione per i falsi baby migranti, più soldi a polizia e vigili del fuoco, revoca del permesso di soggiorno per gravi motivi di ordine pubblico e ampliamento fino al 50% della capienza per gli hotspot: il governo Meloni vara una nuova stretta per fermare l’ondata di sbarchi sulle coste italiane. Sul fronte europeo si muove il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ribadisce un messaggio ai partner: «È un problema non italiano ma anche europeo e delle Nazioni Uniti e lo abbiamo detto alla riunioni avute la settimana scorsa a New York in occasione dell’Assemblea».

Nel pre-consiglio dei ministri di ieri, il titolare del Viminale Matteo Piantedosi ha illustrato il corposo decreto, composto da tredici articoli, per contrastare l’immigrazione illegale. I pilastri del provvedimento sono tre: l’ingresso della Marina militare nel controllo degli hotspot, l’irrigidimento delle misure contro i falsi minori e lo stanziamento di fondi per le forze di polizia. Secondo il report più recente del ministero del Lavoro in Italia sono sbarcati circa 20mila minori non accompagnati. Nella maggior parte dei casi si tratta di falsi minori. Da qui la scelta dell’esecutivo Meloni di potenziare i controlli. All’articolo 3 del decreto si prevede infatti «per chi dichiara il falso sulla propria età o identità la pena prevista dal codice penale può essere sostituita con la misura dell’espulsione dal territorio nazionale». L’accertamento dell’età è demandato a medici che devono informare, anche solo oralmente nei periodi di maggior flusso, la magistratura. Mentre «in caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive per migranti minorenni il prefetto può disporre la provvisoria accoglienza del minore di età non inferiore a sedici anni in una sezione dedicata nei centri ordinari per un periodo comunque non superiore a novanta giorni». Altra novità, contenuta nella bozza del decreto, che passerà oggi al vaglio del Cdm per il via libera, è l’ingresso nella Marina militare nella gestione degli hotspot. Si prevede infatti che «per assicurare adeguati livelli di accoglienza nei punti di crisi in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di migranti nel territorio nazionale provenienti dalle rotte marittime del Mediterraneo, il ministero dell’Interno è autorizzato ad avvalersi della Guardia costiera».

inoltre specificato dal 2024 al 2028 il reclutamento nel corpo della Guardia Costiera, per ciascun anno, di 100 volontari. Il decreto interviene anche sul problema degli stipendi per il personale di polizia, chiamato a gestire gli sbarchi e l’accoglienza. Viene stanziato un fondo di 3,7 milioni per il 2023 e di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030 per pagare lo straordinario agli agenti. Sul fronte forze dell’ordine, la misura varata dal ministro Piantedosi, prevede per l’operazione strade sicure un aumento del personale, dal 1 ottobre al 31 dicembre 2023, di 400 unità. Pugno duro contro gli immigrati (anche regolari) che commettono reati: i titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo potranno essere espulsi per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato. La capienza degli hotspot nelle fasi di maggior flusso può essere aumentata fino al 50% dei posti in più previsti. Arrivano nuove regole anche per la richiesta di protezione speciale: in caso di allontanamento ingiustificato del richiedente protezione internazionale si potrà incorrere nella sospensione della domanda di protezione di cui si potrà chiedere la riapertura entro 9 e non più 12 mesi. Inoltre, per potenziare i controlli sulle domande di visto di ingresso per l’Italia il Viminale assegnerà ad ambasciate e consolati 20 unità di ispettori di polizia. Contrariamente alla narrazione della sinistra, il decreto rafforza la tutela per tutte le donne.

Poi i soggetti vulnerabili: minori non accompagnati, disabili, anziani, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta, persone affette da gravi malattie o disturbi mentali, persone che hanno subito torture accertate, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale o legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere, le vittime di mutilazioni genitali.

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