I contagi si mantengono stabili. Calano morti e ricoveri. Ma i 12mila positivi al giorno nei Pronto soccorso mettono sotto pressione la Sanità

Si conferma la tendenza in calo della curva epidemica in Italia. Sono 20.709 i contagi da coronavirus resi noti oggi in Italia secondo i dati contenuti nel bollettino del ministero della Salute. Sono di più rispetto ai 19.350 di ieri, ma con 25mila tamponi in più, 207.143.  Da ieri sono stati registrati altri 684 morti che portano il totale a 57.045 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 3.616 (-47 da ieri).

n base a questi dati, il rapporto tamponi-positivi scende leggermente e arriva a 9,99%(ieri 10,62%): seppur di pochissimo, è la prima volta dal 22 ottobre che questo rapporto scende sotto il 10%. Per un confronto settimanale, mercoledì scorso si registravano 5mila casi in più.

La regione con più casi oggi è la Lombardia (+3.425), seguita da Veneto (+2.782), Campania (+1.842), Lazio (+1.791), Puglia (+1.668), che ha il tasso di positivi più alto d’Italia. Ed Emilia Romagna (+1.569). I casi totali dall’inizio dell’epidemia sono 1.641.610.Numero record di guariti oggi, 38.740 (ieri 27.088), per un totale di 823.335.

Nonostante i dati incoraggianti, la situazione resta seria e allarmante. Ogni giorno 12.000 persone positive al Covid positivi chiedono assistenza ad un pronto soccorso e di questi almeno il 10% ha necessità di essere immediatamente trattato con ventilazione semintensiva, in attesa di essere trasferito ad un reparto specialistico”. Salvatore Manca,presidente nazionale della Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu), riferisce i dati di un recente studio della stessa società, evidenziando come “l’emergenza sanitaria legata alla pandemia con tutte le sue drammaticità, non ha fatto altro che mettere a nudo, amplificandole, le criticità del nostro sistema sanitario”.

Il 43% dei pazienti Covid positivi che passano ogni giorno dai pronto soccorso (5.200 persone), spiega Manca, “permane oltre le 24 ore per l’impossibilità di trovare un posto letto nei reparti di degenza, il che significa che in pronto soccorso i pazienti covid-19 vengono accolti, diagnosticati i contagi, adeguatamente trattati e molto spesso dimessi per esaurimento dell’iter di cura. Solo il 21% degli ingressi rimane in pronto soccorso meno di 6 ore, standard previsto dal Ministero della Sanità per interventi definiti di emergenza”.

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