“Ho ucciso Michelle perché mi doveva 20 euro…”. Il padre: non ci credo, ora buttino la chiave

“Mi aveva dato dell’hashish, un paio di canne, e per questo era venuta a casa: voleva 20-30 euro. La discussione è diventata sempre più accesa e io poi ho preso il coltello”. Questo quanto ha raccontato il 17enne che ha ucciso Michelle Causo a Primavalle. Lo ha ribadito oggi durante l’interrogatorio davanti al gip e lo aveva detto anche agli investigatori. Un omicidio brutale, dunque, per pochi spiccioli.

Una versione che non convince la famiglia di lei. In particolare il padre di Michelle, secondo il quale il ragazzo era innamorato della figlia che lo avrebbe respinto. “Cosa mi aspetto dalla giustizia? Che lo mettano in carcere a vita e buttino via la chiave”. Questo ha affermato all’Adnkronos Gianluca Causo.  Sul movente, in merito a un piccolo debito, l’uomo risponde in modo netto: “È una ca….a. Nel portafoglio di Michelle c’erano 140 euro, perché avrebbe dovuto preoccuparsi di 20 euro?”.

Il deputato di FdI Massimo Milani osserva che il caso del delitto di Primavalle “assume una rilevanza sociale. Così come per il fenomeno delle baby gang, protagoniste di azioni violente fra di loro e contro soggetti deboli. Per questo si impone una riflessione: l’essere adolescenti oggi è essere già adulti”.

“Le sollecitazioni dei social e delle piattaforme che istigano alla violenza – aggiunge – ad azioni estreme per acchiappare sempre più followers, i messaggi devianti di alcune canzoni, la latitanza genitoriale, sono tutti corresponsabili di ciò che sta accadendo nella società ed in particolare ai giovani. I giovani sono lo specchio, perché la società è deresponsabilizzata, perché si parla solo di diritti ma mai di doveri. Perché non si riconosce più una autorità a cui portare rispetto. Penso agli insegnanti umiliati, accoltellati o presi a pallettoni. Una società dove tutto è percepito come un gioco, una sfida. Ed un gesto normale diventa anche ammazzare una ragazza, perché forse ti ha respinto o non ha restituito un piccolo prestito di denaro”.

“Una società dove i ragazzi non comprendono più che ad una azione corrisponde una conseguenza e le conseguenze stanno diventando soprusi, aggressioni, molestie, omicidi. Per questo siamo tutti chiamati in causa, ognuno per il ruolo che svolge nella società. Dalla famiglia alle istituzioni. C’è un serio allarme sociale e non possiamo girarci dall’altra parte”, conclude Milani.

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