“Gli ucraini si bombardano da soli”. Il giornalista russo la spara grossa dalla Gruber, bufera su Caracciolo (Video)

In collegamento da Mosca, ieri sera, a Ottoemezzo di Lilli Gruber, c’era un giornalista russo, Alexey Bobrovsky, al quale è stata data la possibilità di un monologo delirante sulla “non guerra” di Putin, fino al punto di fargli affermare, senza particolari obiezioni, che “non stiamo facendo la guerra al popolo ucraino, i nostri colpi sono indirizzati solo ad obiettivi militari, solo sporadicamente colpiamo civili, sono gli stessi ucraini che sparano sui loro concittadini”(qui l’intera puntata)

Fermo restando la libertà e la democrazia per tutti, in Italia (perché in Russia ti arrestano…) anche per i giornalisti “putiniani”, di poter esprimere liberamente le proprie opinioni, perfino quando coincidono con la propaganda del regime, quello che ha destato meraviglia è stato il tono conciliante, a tratti quasi ossequioso, che i giornalisti italiani in studio hanno tenuto di fronte ad affermazioni farneticanti. Nulla a che vedere con il professor Orsini non opinioni, ma notizie false diffuse da Mosca a scapito di Kiev per conto di Putin.

Per esempio, sull’uso della parola “guerra”, su cui Alexey Bobrovsky è stato categorico: “Noi a Mosca, a differenza di quanto fanno gli americani, facciamo molta attenzione all’uso delle parole, non c’è nessuna guerra della Russia, è un’operazione speciale, voi non sapete la verità, circolano troppe fake news…”. Da studio, la Gruber obietta che “è una guerra, altro che…” ma a quel punto arriva la sorprendente frase di Lucio Caracciolo, direttore di Limes, autorevole e in genere lucidissimo analista internazionale, che dice: ““Questa è ovviamente una guerra, in cui fra l’altro non è mai stato ben chiarito quale sia l’obiettivo di questa ‘operazione speciale’, cambia quasi di giorno in giorno. Ma per rispetto del collega chiamiamola operazione speciale...” (minuto 31.41 del video). Collega? Rispetto?

E sui social scatta la polemica. La Gruber, in studio, non ha nulla più da ridire, neanche Lina Palmerini obietta nulla a Caracciolo sulla censura della parola “guerra” per rispetto al collega, che in precedenza, peraltro, era stato ben contenuto dallo stesso Caracciolo che gli aveva contestato i numeri delle forze in campo. “Il collega gioca un po’ con i numeri. Quando dicevo due terzi di forze militari russe impegnate in Ucraina mi riferivo alle forze militari effettivamente efficienti. Nominalmente le forze armate russe sono circa un milione. Quelle che in questo momento sono spendibili sono meno di 100mila”, sottolineava il direttore di Limes, replicando al russo che tendeva a minimizzare i numeri dell’impegno russo.

“Lucio Caracciolo sembrava rispondergli bene, poi, per cortesia, ha aderito all’espressione “operazione speciale militare”, voleva sembrare ironico, ma è sembrato acquiescente alla forza della Russia”, obietta un follower su Twitter.

“Ma Lucio Caracciolo è ironico, vero, quando chiama l’invasione dell’Ucraina da parte della#RussiadiPutin#operazionemilitarespeciale?”.

“Per garantire il pluralismo domani a #ottoemezzo ci saranno Wanna Marchi e il Mago do Nascimento”.

“A #ottoemezzo c’è un giornalista russo che sta diffondendo tutta la propaganda putiniana. Gruber e ospiti lo stanno trattando come un normale interlocutore, chiamandolo anche “collega”. Caracciolo ha anche detto “chiamiamola operazione speciale per rispetto al collega”.

“A ottoemezzo ho davvero sentito dire ‘chiamiamola operazione speciale per rispetto del collega’ oppure ho esagerato con gli spritz dopo il lavoro?”

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