Fisco, il Premier Meloni: “Non si disturba chi produce ricchezza. No allo Stato che vessa”

By Lorenzo Grossi

Giorgia Meloni arriva a Trento per apporre la firma sull’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo nazionale e la provincia autonoma tridentina: “Sono contenta di essere qua nell’anno in cui la città è capitale del volontariato. Un ruolo meritato che attribuisce a Trento di grande potenziale della solidarietà, come ha detto il presidente Mattarella. Voglio sottoscrivere queste parole”. Nel frattempo, a margine della cerimonia a fianco del presidente Fugatti, la premier affronta diversi temi che riguardano più in generale il nostro Paese: a partire dal Fisco, dopo che ieri il Consiglio dei ministri ha licenziato il decreto legislativo che prevede lo stralcio automatico delle cartelle esattoriali dopo cinque anni e rate più lunghe per chi sta vivendo un periodo di difficoltà. “Non si disturba chi produce ricchezza“, è la netta presa di posizione del presidente del Consiglio, che dice un chiaro “no a uno Stato che vessa“, perché viene visto “come un nemico, che non collabora quando ti vede in difficoltà, è uno Stato di cui è più difficile fidarsi”. Lo Stato deve invece mettere le aziende e i lavoratori “nelle migliori condizioni possibili”.

Proprio nella giornata di ieri il governo Meloni ha licenziato un importante provvedimento sul riordino del sistema nazionale della riscossione. Le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione a decorrere dal 1° gennaio 2025 e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento saranno “automaticamente discaricate“. Con questo provvedimento, adottato in esame preliminare, si prevedono piani di rateizzazione più lunghi: si passa dalle attuali 72 fino ad un massimo di 120 rate mensili, per saldare i debiti con il Fisco. Questa possibilità riguarda chi “documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà”, con modalità diverse per somme superiori o inferiori a 120mila euro.

Per chi invece si limita solo a dichiarare di essere in temporanea obiettiva difficoltà e deve fino a 120mila euro, le rate aumentano progressivamente ogni biennio fino ad arrivare ad un massimo di 108 rate mensili dal 2029. La norma intende distinguere bene tra il contribuente che semplicemente “dichiara di versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà” e quello che invece “documenta” la momentanea condizione di oggettivo impedimento. Nel primo caso i piani di rateizzazione aumentano progressivamente ogni biennio, passando dalle attuali 72 rate mensili a 84 rate mensili per le richieste presentate nel 2025 e 2026, a 96 rate per le richieste presentate nel 2027 e 2028, fino ad arrivare a 108 rate mensili a decorrere dal primo gennaio 2029.

Secondo Meloni questa sarebbe la ragione per la quale l’Agenzia delle Entrate sostiene che nell’anno solare 2023 “abbiamo avuto maggiore gettito allo Stato per circa 26 miliardi di euro“. Si sta parlando dello stesso lasso temporale in cui anche i valori del recupero dell’evasione fiscale “arrivavano al massimo storico con oltre 30 miliardi di recupero delle persone fiscali”. La premier si dice quindi orgogliosa di avere lavorato “con un approccio diverso da quello che abbiamo visto nel passato” da questo punto di vista. Invece di essere visto come un nemico, se uno Stato riesce a venire incontro ai cittadini, diventa uno Stato “del quale ti puoi fidare, uno Stato che non merita di essere aggirato. Forse è grazie anche ai principi che abbiamo scritto nella riforma fiscale – aggiunge – se nel 2023 abbiamo raggiunto il record di recupero dell’evasione fiscale“.

Governo al lavoro sul Pnrr

Sempre in ambito economico, Meloni interviene anche sul Pnrr, per il quale “oggi l’Italia è una nazione modello ed è una cosa di cui vado molto fiera”. In ogni caso, rinegoziare il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza “si poteva e si doveva fare” in quanto all’epoca ci si trovava “in una in realtà diversa rispetto a quella in cui ci si trovava quando il Pnrr è stato scritto” Sull’autonomia invece, c’è in ballo una sfida “che non piace a tutti”, sottolinea, ma si tratta di un provvedimento che “risponde al principio di responsabilità”. Nella prospettiva internazionale, pur nelle tante difficoltà, l’Italia viene percepita come “un’economia solida” e questo diventa “molto importante perché è un fatto di serietà”. Un aspetto che definisce proprio la solidità della nostra economia sono i titoli di Stato: “Abbiamo raggiunto il record di titoli di Stato italiani sul mercato estero“, specifica il capo del governo.

Meloni ritorna poi a parlare del caso giudiziario emerso dall’inchiesta della procura di Perugia che è stato sintetizzato con il termine “dossieraggio“. La premier è convinta che bisogna arrivare fino in fondo: “Quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno Stato di diritto”. La leader di Fratelli d’Italia ricorda che, in questo senso, sta già lavorando la commissione Antimafia, che ha potere di inchiesta, e bisogna lasciarla lavorare e vedere cosa emerge. Se si potrà poi istituire una commissione d’inchiesta, come proposto dal ministro Nordio, la premier ritiene che poi i potrà “valutare se c’è bisogno di qualcos’altro perché è anche un tema di tempistiche. Per istituire una nuova Commissione ci vuole almeno qualche mese”, dice Meloni. Oggi, quindi, esiste già una commissione che ci sta lavorando e “penso che bisogna farla lavorare nel miglior modo possibile”.

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