È morta Rosetta Cutolo, la sorella del Capo indiscusso della Nco Raffaele, detto ‘Il Professore di Vesuviano”

Era considerata tra i maggiori esponenti della Nuova camorra organizzata (Nco), la nota organizzazione criminale di stampo mafioso creata dal fratello Raffaele Cutolo negli anni Settanta dello scorso secolo in Campania. È morta a 86 anni Rosetta, erede del defunto boss. I funerali si svolgeranno domani mattina nella chiesa di San Michele Arcangelo a Ottaviano, in provincia di Napoli, dove la donna era rimasta a vivere. La salma partirà dalla casa dove risiedeva, in via delle Rose, alle 10.20, per poi proseguire, dopo la messa, al crematorio di Domicella

Conosciuta anche come “Rosetta ‘e monache”, è stata per tanti anni esponente di vertice del clan e imputata in diversi processi. Si riteneva che fosse a capo della Nuova camorra organizzata durante i periodi di detenzione del fratello. Si costituì nel 1993 per scontare sei dei quasi dieci anni di una pena in carcere cui era stata condannata. La donna nel 1999 tornò ad Ottaviano dove oggi è deceduta. Rosetta Cutolo non si è mai sposata e ha vissuto per un lungo periodo, assistita e protetta dal maggiordomo Francesco Violento, nel palazzo mediceo di Ottaviano, un edificio del XVI secolo con cinquanta camere e un grande parco.

In questa residenza, Rosetta teneva la contabilità delle estorsioni realizzate dai capizona e provvedeva ad assistere, legalmente ed economicamente, le famiglie dei carcerati. Inoltre, teneva un minuzioso elenco dei membri del clan conservato in una nicchia scavata in una parete del castello e coperta da un quadro. Secondo il piano di Raffaele Cutolo, una volta liberi, i componenti della Nco inviavano a Rosetta un fiore, ossia un’offerta in denaro. La donna provvedeva a riutilizzare tali risorse per creare un vincolo di fedeltà tra gli affiliati.

Imputata in diversi processi, il 12 settembre 1981 scampò all’arresto quando la polizia fece irruzione nel castello mediceo di Ottaviano al termine di un vertice della camorra. Con Rosetta Cutolo, infatti, c’era tutto lo stato maggiore della Nco e un esponente della Dc di Ottaviano. La polizia sequestrò una grande quantità di documenti e le mappe che dividevano l’area napoletana nelle zone di influenza controllate dal clan. Da quel momento, Rosetta cominciò una lunga latitanza con l’aiuto di don Giuseppe Romano, sacerdote confessore della famiglia e di altri membri della Nco. Più volte è sfuggita alla cattura, come nel 1990 quando scappò da un convento poco prima di un blitz dei carabinieri.

L’8 febbraio 1993, dopo alcune trattative che impegnarono anche i servizi segreti, si costituì per scontare nove anni e sette mesi per associazione mafiosa. In realtà, dopo sei anni è tornata a Ottaviano, dove è rimasta fino all’ultimo giorno di vita. Grande appassionata di teatro, ricoprì in carcere il ruolo di Filumena Marturano in uno spettacolo organizzato tra le detenute.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.