Detenuto picchiato dagli agenti in carcere. Ecco il video choc delle torture

By Patricia Tagliaferri

Hanno cominciato ad accanirsi su si lui senza motivo in corridoio, poi hanno continuato sulla porta della cella. Un pestaggio – quello subìto il 3 aprile del 2023 da un detenuto tunisino di 40 anni nel carcere di Reggio Emilia, durato quasi dieci minuti e ripreso dalle telecamere di sorveglianza – che il gip Luca Ramponi nell’ordinanza di interdizione dal servizio per i dieci agenti della penitenziaria indagati, a luglio, aveva definito «brutale, feroce e assolutamente sproporzionato rispetto al comportamento del detenuto». Per quei dieci agenti, accusati a vario titolo di tortura, lesioni e falso, è stato chiesto il rinvio a giudizio e il 14 marzo è stata fissata l’udienza preliminare davanti alla gup Silvia Guareschi.

«Immagini agghiaccianti e inaccettabili» quelle a base della denuncia presentata dalla vittima del pestaggio, per l’avvocato Luca Sebastiani, che lo difende e che sollecita una riflessione politica sulle torture che troppo spesso avvengono all’interno delle carcere. Nel video si vede chiaramente il detenuto – appena uscito dalla stanza del direttore dopo aver avuto una sanzione di isolamento per condotte che avevano violato il regolamento – incappucciato con la federa di un cuscino stretta alla gola, atterrato con uno sgambetto e immobilizzato a terra. Gli agenti lo colpiscono con calci e pugni in viso e sul corpo, lo calpestano mentre è a terra e lo denudano, strappandogli jeans e mutande, poi lo percuotono ancora. Il quarantenne viene infine lasciato in una cella di isolamento, nonostante le richieste di aiuto, dove per richiamare l’attenzione rompe il lavandino e con i cocci si procura delle ferite così profonde che il suo sangue allaga il corridoio, come si vede dalle immagini choc.

Soltanto dopo un’ora sono intervenuti un medico e un altro detenuto e lo hanno soccorso. In seguito la vittima ha presentato una denuncia, che ha dato il via alle indagini. Gli agenti sono stati identificati, grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza, e sono finiti nel registro degli indagati. A luglio sono scattate dieci misure interdittive disposte dal gip Ramponi e otto degli agenti, accusati di tortura e lesioni, sono attualmente sottoposti a misura cautelare, sospesi dal servizio. Due vice ispettori e un assistente capo rispondono invece di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale per aver scritto una falsa ricostruzione nelle relazioni di servizio: per non essere accusati hanno dichiarato che il detenuto aveva cercato di aggredirli con una lametta. «Una violenza gratuita contro un uomo solo, privato della libertà, ammanettato e a terra», denuncia l’avvocato Sebastiani.

PaTa

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