Daniele: “Venghino signori venghino. Ma la Schlein ha visto cosa succede in mare e come organizzano le traversate?”

By Gaetano Daniele

Venghino signori Venghino. Tanto pagano i migranti, non si sa con quali soldi e dove li prendano. E ad arricchirsi sono solo i trafficanti del mare e le Ong. Accoglienza. Accoglienza. Grida la sinistra. Magari poi se gli hotspot sono strapieni o scappano, malattie a parte, chissenefrega. Accoglienza. Accoglienza. E se qualche barchino si schianta sugli scogli e muoiono adulti e bambini la colpa di chi è? Di Giorgia Meloni, che ha senpre predicato e praticato il blocco alle partenze proprio per evitare tragedie come quella di Cutro. Ma di cosa stiamo parlando? Di fuffa. Peccato per quei poveri disgraziati a scrivere di una nuova tragedia avvenuta in Calabria, nonostante il tentativo di strumentalizzazione della sinistra e delle Ong (ormai da manicomio) che rimette al centro dell’agenda europea la necessità di un’azione di concerto ai massimi livelli per strappare la gestione dei flussi agli scafisti e ai trafficanti di esseri umani. E non è difficile capire che il problema dev’essere affrontato, come intende fare Giorgia Meloni cercando una strada per bloccare le partenze, e non assecondato, come vorrebbero fare le Ong e la sinistra, aprendo tutti i porti e invogliando indirettamente i migranti a mettersi in mare.

Una palese dimostrazione di questo arriva dalle stesse pagine social dei trafficanti, che si trovano facilmente su Facebook, e nonostante la loro astuzia nel raggirare la verità e dove vengono organizzate le partenze per l’Italia. Roba da matti.

“Se sei pronto a lasciare la Tunisia e andare in Italia, 1500 dinari”, dice uno scafista, o un suo tramite, lasciando intendere che nei prossimi giorni ci saranno nuove partenze in direzione del nostro Paese. Il fermento in quelle pagine è alto: dalla prossima settimana sono previste numerose partenze, soprattutto da Sfax. Il materiale che viene condiviso spazia dalle immagini dei barchini a quelle dei motori, che vengono mostrati nelle loro scatole originali a dimostrazione che si tratta di prodotti di buona fattura, come presunto indicatore di sicurezza del viaggio. Mica zattere che con mare in burrasca a forza 7 si schiantano sugli scogli? No no, vere e proprie barche con un regolare motore 200 cavalli pronto a superare anche onde di 8 metri. Venghino signori Venghino, ci pensiamo noi, purché paghiate il biglietto. E guarda la coincidenza, ad ogni tragedia i primi a salvarsi sono sempre loro. Erba marcia non muore mai.

Ci sono numeri di telefono, contatti Whatsapp e Telegram nell’enorme flusso di messaggi che vengono condivisi in queste pagine. Le tariffe per essere imbarcati in una delle tante ammiraglie del mare, si fa per dire, variano da 1200 a 6000 dinari tunisini nei messaggi che abbiamo avuto di verificare personalmente. Sembrano le chat dei protettori: questo non lo dire, questo si. Fai così. Fai coli. Dieci giorni fa è comparso anche un messaggio in codice, che indicava chiaramente partenze dalla Libia in direzione Lampedusa, come abbiamo avuto modo di verificare a fronte delle migliaia di migranti sbarcati sull’isola nei giorni scorsi. “C’è una partita tra Tripoli e Lampedusa in Italia. Per chi volesse seguirla, biglietti disponibili e posti limitati. Zawiya e Tripoli”, si legge nel messaggio. Ci sono poi i messaggi di chi cerca i trafficanti: “Sono in Senegal e voglio andare in Italia. Chi mi aiuta?”. Al di là di questo messaggio, quel che colpisce è una delle risposte: “Stai attento, i tempi stanno cambiando”. L’eco del nuovo governo che, finalmente, ha imposto regole è arrivato fin là? Quindi prima c’era la consapevolezza che in Italia si poteva fare liberamente quel che si voleva. Oggi ci devi pensare bene prima di vendere chiacchiere per caviale. Si rischia di trascinare giù negli abissi anche coloro i quali vi hanno assicurato protezione. Protezione? Si fa per dire. Non mi resta che pregare per quei poveri bambini che per colpa anche di genitori irresponsabili, vengono caricati su barchini per un futuro migliore, ignorando le condizioni del mare.

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