Daniele: “Stato-Mafia, la Cassazione assolve tutti, che fine hanno fatto i giustizialisti e i pistoleri?

By Gaetano Daniele

O perbacco! Avrebbe esclamato il Principe De Curtis in arte Totò. Dev’essere stato un brutto quarto d’ora per i manettari di professione. Il Gallo ha cantato chicchirichi, e la gallina Coccode ha fatto l’uovo. Marco Travaglio non sarebbe Marco Travaglio senza Marcello Dell’Utri.
Prima e più di Berlusconi, è stato Dell’Utri il più grande bersaglio del direttore pistolero. La sua carriera giornalistica si è costruita giorno dopo giorno, negli anni, intorno agli errori giudiziari che hanno colpito, politicamente, mediatamente e umanamente il senatore che all’epoca era uno degli uomini più influenti d’Italia. E Travaglio non ha mai smesso, con i suoi articoli, di perseguitarlo. Non vedeva che Dell’Ultri. Il suo amore, travestito da odio è uscito allo scoperto. Portavoce di molte procure, ha costruito, fomentato, diffuso una campagna mediatica alimentata a suon di inchieste e manette, per distruggere un uomo e con lui una intera stagione politica. Ma aveva torto. Travaglio senza l’aiutino di chi ha come unico obiettivo il tornaconto economico e personalistico, va a sbattere testa a muro.

E con lui il comico Beppe Grillo, che cavalcando questa battaglia d’odio, riempì le piazze, fondò e portò i 5 stelle in parlamento. Avevano tutti torto. Oggi ce lo dice la cassazione. In via definitiva. Aveva ragione Dell’Utri. Usarono inchieste farlocche per eliminare una parte politica. Addirittura quando nel 2021 Dell’Utri compì 80 anni, e i suoi amici comprarono una pagina di giornale per fargli gli auguri, secondo Travaglio la direzione avrebbe dovuto censurarla. Per Travaglio, Dell’Utri non meritava neanche gli auguri. Che coraggio. E questi, è un direttore di un giornale nazionale che, in tempi Covid, grazie all’amico Conte, riuscì, quasi unico, a prendere oltre due milioni di euro di fondi dallo Stato. La destra lava la sinistra, e tutte e due lavano la faccia. Ma a Travaglio sono rimasti gli scazzi sotto all’occhio.

Aveva torto la sinistra, i giustizialisti che hanno chiesto la loro testa, i giornali che li hanno messi in prima pagina, Santoro che mandava le intercettazioni in tv, avevano torto i magistrati che li hanno perseguitati. Oggi non lo dico io che sono l’ultima ruota del carro, ma lo dice la Cassazione.

Secondo i fatti raccontati da Travaglio (un copia incolla della pubblica accusa), a partire dal 1994, quando fa il suo ingresso sulla scena politica Silvio Berlusconi nella veste di Presidente del Consiglio, il ruolo di “cinghia di trasmissione” delle minacce mafiose cambia interprete e viene assolto non più dai Ros e, per i quali, quindi, il reato si è consumato nel 1993, bensì dall’ex senatore Marcello Dell’Utri che, grazie ai rapporti con Vittorio Mangano, esponente di spicco della mafia trapiantato in Lombardia, alimenta la trattativa e veicola, in concorso con la mafia, la minaccia al governo. Oggi La Cassazione li ha assolti, sia i ros che dell’Utri.Lo farà anche Travaglio? E il Pd chiederà scusa? Coccode Coccode…!

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