Daniele: “Schlein è già finita in un cul de sac, grida all’invidia e perde altri pezzi. Dovrà rigirarsi intorno e riattivarsi sui social: Facebook e Instagram”

By Gaetano Daniele

Sono tutti invidiosi di me, sembra gridare Elly Schlein. La strategia sembra la stessa usata nella campagna del 2010. Darsi da sola aree con l’intento di attrarre attenzioni, manipolando quello che di reale è: una figura di merda. Un po come si fa con la polvere, quando all’improvviso bussano alla porta. La nascondi sotto al tappeto lasciando che l’ospite annusi solo il profumo dello Chanteclair. Elly Schlein non lo ha ancora capito che è già finita in un cul de sac. L’ala cattolica insorge nel Pd e minaccia la scissione. Non ci vedono chiaro. È stata solo attrazione, grida la nonna in canera caritatis. Sembra di vedere “Il Principe cerca moglie” con Eddie Murphy. L’erede al trono di un ricco stato africano mandato a New York da Re Joffy Joffer per soddisfare il suo augello, ma in realtà Murphy è alla ricerca del vero amore. Per questo, si finge uno studente povero e lavora in un fast food.

Dopo gli addii di Beppe Fioroni e Andrea Marcucci sarebbero in uscita anche l’ex parlamentare Andrea Romano e il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Paola De Micheli ha già messo agli atti il dissenso sulla linea politica. Ma soprattutto rispetto alle ultime scelte fatte nella composizione della segreteria. Al Nazareno è già tempo di resa dei conti. Si va avanti solo a “bott e pirt e pernacchie..!

La luna di miele non è mai decollata. Ma Schlein nonostante si sia messa d’impegno calandosi nella parte della Commedia pare non riuscire a sfondare nemmeno a sinistra con l’alleanza tra Pd e Cinque stelle che sembra già ai gradi di Bolzano. Tra la gita fuori porta e il dribbling alle domande dei giornalisti è già finito l’effetto Schlein? Doveva essere la segretaria della svolta. Chiarezza e identità. Ed invece la segretaria si dimostra campionessa di incertezza. Paure. Tanta paura: non posso rimanere sola! Termovalorizzatore? “Non decido io”. Guerra in Ucraina? “Sì al sostegno all’Ucraina ma basta armi”. Schlein butta la palla in tribuna su tutti i temi. È in fuga. Il fronte più caldo e pericoloso si apre però con il M5s. Giuseppe Conte frena sull’alleanza: “Macché conclave. Andiamoci piano. Abbiamo toccato con mano, tante volte, quale siano i metodi e la logica di un partito, il Pd, che ha un suo sistema di potere. Solo pochi mesi fa volevano sbatterci fuori dal Parlamento e dal sistema politico”. Poi il leader grillino corregge il tiro: “Ci ritroveremo. Confidiamo di poter trovare obiettivi di politica comune, condivisi, per fare insieme delle battaglie”..

Dentro il partito iniziano a circolare fortissimi dubbi anche tra i sostenitori alle primarie sull’effettiva capacità di Schlein di guidare il partito. Dubbi che investono i nomi scelti per la segreteria. “Tutti inesperti e con idee radicali”, fanno trapelare dall’area franceschiniana del Pd. Avanza l’ipotesi di affiancare Schlein con una coppia di “consiglieri anziani” per raddrizzare la barca. I nomi sono quelli di Dario Franceschini e Goffredo Bettini. Uno, Franceschini, incaricato di parlare ai cattolici e moderati del Pd. L’altro, Bettini, di riannodare i fili del dialogo con Conte. Una coppia di tutor per Elly. Tra i dem alza la voce la componente socialista: “Ora Elly Schlein ha una occasione storica. È la sua generazione che ha le carte in regola per scrivere una nuova pagina della sinistra italiana. Siamo l’unico Paese europeo che non ha una grande formazione riformista e socialista a guidare la sinistra”, commenta Enzo Maraio, segretario nazionale Psi.

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