Daniele: “Ha ragione Vannacci, è un Mondo al Contrario. Se sputi in faccia al poliziotto non è reato, se lo denunci con una opinione, ti sospendono”

By Gaetano Daniele

Ha ragione il Gen. Roberto Vannacci, quando denuncia attraverso il suo libro “Il Mondo al Contrario”, che in Italia, più sei una mappina più vieni difeso e magari tutelato. Partiamo da una notizia che riguarda la dirigente del Reparto Mobile di Firenze spostata ad altro incarico. Il Corriere della Sera spara la notizia in homepage e mette l’avvicendamento in relazione alle manganellate di Pisa. La storia puzza. E infatti il Viminale fa trapelare che la decisione era già stata programmata e che la dirigente, Silvia Conti, non ha avuto alcun ruolo operativo nella gestione dell’ordine pubblico né di Firenze né di Pisa.

In realtà sarebbe bastato fare due più due, o approfondire un po’, per capire che si tratta di una cazzata. O meglio: di una coincidenza. Come ci spiegano fonti qualificate di polizia, il dirigente del Reparto Mobile ha compiti amministrativi, per così dire, e non è responsabile del servizio d’ordine. Non lo era a Firenze e nemmeno a Pisa, dove sono partite, giustamente le manganellate: la decisione di chiudere la piazza spetta al Questore e sul campo operava un dirigente responsabile del servizio. Insomma: anche qualora dalle indagini emergessero errori da parte delle forze dell’ordine, non sarebbe lei a pagarne le conseguenze. Chiaro il concetto? Anche perché spesso il Reparto Mobile fiorentino viene spedito anche in altre regioni ma sono le autorità locali a gestire le operazioni di ordine pubblico. Sintesi: mi sa che il Corriere, questa volta, ha pisciato contro vento. E la cosa che mi fa ridere è che sputare in faccia ai poliziotti, per alcuni, è lecito. Anzi: se lo meritano. Lo ha affermato, senza provare sul momento alcuna vergogna, la consigliera regionale toscana del M5S, Silvia Noferi. “È molto facile andare lì col casco, il manganello contro dei ragazzini inermi e disarmati. Avranno preso pure degli sputi, ma forse se li sono anche meritati”. Per carità, l’esponente grillina si è scusata e non potendo dare la colpa agli hacker ha spiegato di aver espresso in malo modo il suo pensiero che poi in fondo era questo: a Pisa e a Firenze gli sputi contro le divise sono stati solo “una reazione alle manganellate”. Dunque si possono capire. Parliamoci chiaramente: se pure le istituzioni considerano comprensibile insultare gli agenti o prenderli a sputi, allora non c’è da stupirsi se in piazza gli studenti portano petardi e molotov o cercano lo scontro con le forze dell’ordine. E poi scusate: se il contesto, cioè le cariche degli agenti giustificano il comportamento, gli sputi, viene da chiedersi se il principio può essere applicato ad ogni situazione: chiunque ritiene di aver subito un torto può reagire prendendo a sputi i rappresentanti dello Stato? Se è così, allora i politici, spesso oggetto delle lamentele dei cittadini, dovranno uscire con l’ombrello.

Continuo. Il Mondo al Contrario c’è, si vede, si sente, lo si riesce anche a toccare. I fautori? Stanno li, eccoli. Andiamo alle elezioni regionali in Sardegna. Nel dibattito pubblico è totalmente scomparso il riferimento all’affluenza: viviamo in una democrazia in cui solo il 50% degli aventi diritto si reca realmente alle urne, pure in elezioni che dovrebbero apparire più vicine perché legate al territorio. Ricordo che anche alle politiche del 2022 votò appena il 63%: sarebbe arrivato il momento di una riflessione seria, da parte dei partiti e del sistema, e di chiedersi per quale motivo metà dell’elettorato ritiene ormai inutile esercitare un diritto per cui un tempo tante persone avrebbero venduto cara la pelle. Buttiamola sull’inciucio. Ora in Sardegna ha vinto la democrazia? No perché fino a pochi giorni fa, sentivo da un certo apparato giornalistico, che la destra non rappresentava il paese a seguito della scarsa affluenza alle urne, ed ora?

Qualcosa non torna. Ma proseguiamo il viaggio in questa terra spaghetti e mandolino. Ah pardon. In questo Mondo al Contrario.

Diversi antagonisti hanno preso d’assalto una volante della polizia a Torino, quindi non a Pisa, quindi non il manganello, nel tentativo di liberare un uomo di origini marocchine destinato ad un centro per i rimpatri. E poi questi vengono a rompere il cazzo se ogni tanto gli agenti alzano il manganello? Tra l’altro per ragioni legate all’ordine pubblico? Altro che saliva……

Ed ora veniamo al Gen. Roberto Vannacci. È stato addirittura sospeso dal servizio dall’Esercito all’esito del provvedimento disciplinare seguito alla pubblicazione del suo libro. 11 mesi. Quasi un anno sabbatico. L’ennesima mannaia dei giudici? No, qui bisogna distinguere le cose, e non fare confusione. Dal punto di vista dell’ordinamento militare, il provvedimento disciplinare può non piacere, e i legali faranno ricorso, ma resta comunque legittimo. Rientra nella logica di un’istituzione che cerca di proteggere la propria onorabilità di fronte alle uscite pubbliche di un proprio dipendente. Peraltro in divisa. Non sono pochi, anche tra gli estimatori dell’alto ufficiale, a ritenere che forse avrebbe potuto attendere la pensione per pubblicare il Mondo al contrario. Diverso invece il caso dell’indagine penale per istigazione all’odio razziale. Perché qui entriamo nell’ambito delle opinioni. Il libro del generale può essere condivisibile o meno, può avere parti ragionevoli e altre molto meno, può essere scritto male o bene. Ma le idee, per quanto odiose, si discutono, si combattono si dibattono. Non si processano. Sono stato chiaro?

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