Crosetto risponde a Putin: “Mosca non ci può intimidire. Cedere al suo ricatto non è immaginabile”

«Non ci faremo intimidire». La risposta a Mosca arriva dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. La portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, infatti, ha bollato come «atto provocatorio e ostile» l’esclusione dei russi dalla riunione internazionale sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa, in corso a Roma. «Non è immaginabile cedere al ricatto della Russia», ha avvertito Crosetto.

Intervistato da La Stampa, il ministro della Difesa ha dunque ribadito che non c’è minaccia o ricatto, aperti o velati, che possano far cambiare la posizione del governo rispetto all’Ucraina, all’Occidente e all’Alleanza atlantica. Anche perché, come spiegato dalla stessa Meloni ieri al Senato, è in questo campo che risiede il nostro interesse nazionale. «Ricordo a tutti quel dato cui ha fatto riferimento Giorgia Meloni nella replica al Senato: l’1,5% del nostro export va, o meglio andava, verso la Russia, contro l’80% che va in Occidente. Dove pende l’interesse nazionale, secondo voi?», ha sottolineato Crosetto, ribadendo comunque che non è una questione di meri conti. «Ci sono momenti nella storia – ha avvertito – in cui occorre schierarsi senza se e senza ma, anche se non è facile. In questo caso, l’amaro sarebbero le sanzioni di ritorno che ci penalizzano. E questo è uno di quei momenti storici. Non è immaginabile – ha avvertito – cedere al ricatto della Russia ».

Di contro, però, questo Occidenteche «una comunità» non può voltarsi dall’altra parte rispetto ai propri membri e, quindi, «deve anche pensare che alcuni Paesi pagano di più questa scelta (di campo, ndr) e altri la pagano di meno. E ci si deve porre il problema». Crosetto, quindi, si è soffermato sull’esempio del gas liquefatto che ci è venduto dagli Usa: «Mi basterebbe che potesse essere acquistato qui da noi allo stesso prezzo con cui è venduto negli Usa. Il modo per arrivarci va studiato, ma – ha chiarito – è un tema da esplorare».

«Sulla politica estera e di difesa questo governo si muoverà assolutamente compatto», ha quindi proseguito il ministro, ricordando che «oggi si fanno scelte che peseranno sui prossimi decenni» e che l’esecutivo «nasce con l’ambizione di guardare lontano, non alla prossima settimana o prossimo mese». Fra le strategia di lungo respiro ci sono certamente quelle che riguardano il ruolo del Mediterraneo, troppo a lungo non riconosciuto. «È da almeno venti anni che si parla della centralità del Mediterraneo, per traffico di merci, rotte dell’energia, cavi per telecomunicazioni. Da ultimo, anche per i traffici dei nuovi commercianti di schiavi», ha ricordato Crosetto, spiegando che «è per questo motivo che la Difesa ha investito nella Marina militare, ma ancora non quanto hanno investito altri, come i Turchi. Bisognerà investire anche di più».

Infine, Francesco Grignetti, che firma l’intervista, ha posto una domanda sul presunto conflitto di interessi tanto agitato dal M5S. «Sono 12 anni – ha ricordato Crosetto – che mi occupo di difesa da più punti di vista: dal ministero, dal Parlamento, dall’industria. Conosco bene i problemi. Chi, come Conte o Licheri, parla di conflitti, non sa di che cosa parla. Chi si occupa di industria della Difesa, ha un mandato dagli Esteri e dalla Difesa. Si viaggia assieme ai ministri, ai sottosegretari, ai capi di Stato maggiore, accompagnati dai Servizi. Si è un pezzo dello Stato, senza esserlo. E così io mi sono considerato fino ad oggi: al servizio dello Stato, senza esserne parte. Oggi ho lasciato ogni mia (legittima) attività privata e lavorerò solo per lo Stato».

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