Covid-19 L’intervento del luminare Gattinoni a La Stampa: “Se si attacca ai polmoni è letale”

By Lucia Gallo (per ith24)

Ci fa riflettere ed aprire gli occhi Luciano Gattinoni specialista di rianimazione di fama mondiale, in un recente intervento a La Stampa: “Il coronavirus? È un microrganismo che nella maggioranza dei casi non fa danni, ma in alcuni si attacca ai polmoni e diventa letale. L’infezione, che porta a una grave carenza di ossigeno, si presenta in modi diversi.

Uno dei più importanti luminari della rianimazione descrive punto per punto quelle che dono le sue valutazioni su questo nuovo virus che ha messo in ginocchio l’Italia: “Mentre la polmonite colpisce gli alveoli, questa polmonite virale interstiziale tende a interferire sulla parte vascolare. Così i vasi sanguigni del polmone perdono potenza e causano l’ipossiemia, ovvero la carenza di ossigeno nel sangue. Se viene l’ipossiemia il cervello compensa aumentando la respirazione, per questo i malati arrivano in ospedale apparentemente in forma. In realtà, si ha già una saturazione bassa dell’ossigeno nel sangue. Per aumentare il respiro si fa più pressione, il polmone si infiamma e il plasma filtra nell’ interstizio. Un meccanismo che si interrompe solo con un’intubazione di dieci-quindici giorni”.

E in merito all’importanza dei posti letto in terapia intensiva, nota: “Bisogna trovarlo perché casco e pronazione, lo dico io che l’ho ideata, sono palliativi. Intubando si permette al paziente di mantenersi dormiente finché le difese immunitarie vincono il coronavirus. Al momento è l’unica cura. E infatti, non a caso, muoiono di più quelli fuori dalla terapia intensiva che dentro. Chi dice il contrario mente, ma è naturale con poco tempo e molto afflusso. Si valuta la probabilità che un paziente anziano possa sopravvivere a due settimane di intubazione. Ho sempre insegnato a provare per tutti un trattamento intensivo per 24 ore, ma ora non si riescè.

E sulle cure, conclude: “Al momento non ce ne sono di realmente efficaci. Gli oltre 8mila decessi italiani sono dovuti al coronavirus”.