Colpo di scena di Papa Francesco: “Un giorno i preti potranno sposarsi, il celibato non è eterno”

“Anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto a una certa età”, cantava Lucio Dalla nella sua celeberrima L’anno che verrà: oggi Papa Francesco ha lasciato immaginare che la fine del celibato dei preti sia davvero vicina. Un’apertura che suona clamorosa e, per certi versi, dirompente.

«Il celibato nella Chiesa occidentale è una prescrizione temporanea, non è eterna». Dunque, può essere rivista. Lo ha detto Jorge Bergoglio in una lunga intervista a Daniel Hadad, per il portale argentino Infobae, a 10 anni dall’elezione di Bergoglio al soglio di Pietro.

“In realtà nella Chiesa cattolica ci sono sacerdoti sposati: tutto il rito orientale è sposato. Tutto. Tutto il rito orientale. Qui in Curia – ha spiegato il Papa – ne abbiamo uno – l’ho incontrato oggi – che ha una moglie e un figlio. Non c’è nessuna contraddizione per un sacerdote nel potersi sposare. Il celibato nella Chiesa occidentale – dice ancora il Papa a proposito dei preti – è una prescrizione temporanea: non so se sia risolta in un modo o nell’altro, ma è temporanea in questo senso. Non è eterna come l’ordinazione sacerdotale, che è per sempre, che piaccia o no. Se si lascia o meno è un’altra questione, ma è per sempre. Il celibato, invece, è una disciplina”, ha aggiunto il Pontefice.

Un’apertura clamorosa al matrimonio dei preti, esplicita come mai prima per un Papa, che arriva in singolare concomitanza con uno studio sui parroci sull’orlo di una crisi di nervi. E non si fa per dire. Sempre più schiacciati da incombenze, i parroci italiano sono esposti a serio rischio di burn-out. Il tema, che è stato affrontato tempo fa anche dall’Unione superiori generali (Uisg) per mettere a nudo le questioni più spinose della vita nei conventi con diverse religiose colpite dalla sindrome da esaurimento, è stato oggi al centro di un convegno organizzato a Milano sul tema ‘Disabilità e appartenenza’, promosso dal Servizio Cei.

“La moltiplicazione degli incarichi dei parrici che non rallenta, – ha messo in guardia don Ubaldo Montisci, docente di Metodologia catechetica e formazione all’Università pontificia salesiana nel suo intervento riportato dal Sir – li espone, quando va bene, all’impossibilità di essere pastori come vorrebbero, costretti come sono a correre di qua e di là, trascurando molte cose o agendo in modo affrettato; quando va meno bene, li sottopone a un serio rischio di burnout”.

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